Una nuova ricerca condotta dalla University of North Carolina ha scoperto un fattore essenziale per la previsione di uno dei fenomeni atmosferici più distruttivi: il tornado. Il nodo cruciale, secondo gli studiosi, sarebbe il modello dei venti ad altitudini inferiori a 500 metri.
Dopo aver analizzato i dati provenienti da diverse violente tempeste, si è notato che la differenza tra le supercelle tornadiche e quelle non tornadiche sta proprio nella circolazione dei venti compresa tra 0 e 500 metri di quota. Le differenze si esplicano principalmente nel movimento dell’aria all’interno della corrente ascensionale: sebbene tutte le celle temporalesche possiedano moti ascensionali, nelle supercelle tornadiche è possibile osservare variazioni della velocità e della direzione del vento al variare della quota.
Le supercelle sono strutture molto particolari, in cui la corrente ascensionale principale è in rotazione andando a descrivere un movimento a spirale (immaginate un cavatappi) e formando il cosiddetto mesociclone. Questo fenomeno si verifica a seguito della presenza del “wind shear verticale”: a determinati valori si ha l’apertura della rotazione della colonna d’aria.
A primo impatto non è così facile riconoscerle, a meno che l’atmosfera circostante non sia priva di altri tipi di nuvole. Tuttavia la sua struttura visiva è molto caratteristica e per un occhio esperto è certamente più facile identificarla. Le simulazioni effettuate dai ricercatori del cosiddetto “VORTEX 2” (Verification of the Origins of Rotation in Tornadoes Experiment) hanno rivelato come se la condizione del vento tra 0 e 500 metri non è idonea, la supercella non è in grado di produrre trombe d’aria a causa della mancanza della parte terminale (quella in prossimità del suolo per capirci).
Quando una supercella trova le condizioni favorevoli per sviluppare un tromba d’aria è perché avviene una forte rotazione alla base che allungandosi verso l’alto determina un incremento della corrente ascensionale. Ciò si traduce a sua volta nell’aumento della velocità di rotazione ma il tornado si genera se l’estremità inferiore di questa corrente trova un punto d’approdo.