Esattamente 60 anni dopo l’impresa di Edmund Hillary e Tenzing Norgay, il 48 enne russo recordman di sport estremi Valery Rozov ha risalito l’Everest dal versante cinese, lungo la temibile parete nord. Fin qui tutto normale, o quasi. Il team, composto oltre che da Rozov anche da 4 sherpa, dagli uomini del team, un fotografo e un regista, ha raggiunto quota 7220 metri. L’ascesa è durata 4 giorni, dopo un periodo di ambientamento di circa 3 settimane.
Raggiunto il punto prestabilito, dove il termometro segnava -18°C, l’alpinista russo ha deciso che era giunto il momento di lanciarsi nel vuoto. Il tutto è stato reso possibile da una tuta studiata appositamente per l’impresa, perché l’aria rarefatta causa un prolungamento del tempo del volo in caduta libera. Rozov, dopo circa un minuto, aveva raggiunto una velocità di 200 km/h, atterrando in sicurezza alla quota di 5950 m sul ghiacciaio Rongbuk.
Non si tratta della prima impresa del genere. Nel 2009 il russo balzò all’interno di un vulcano attivo in Kamchatka e un anno dopo fu la volta della Norvegia. L’anno scorso, invece, saltò dalla cima Himalayana dello Shivling (6420 m). Foto Getty.