Il vulcano Cleveland, in Alaska, dormiente dall’estate del 2011 si è risvegliato nella giornata di sabato. Un risveglio tutt’altro che dolce, visto che le tre esplosioni sono state percepite a decine di km di distanza e le nubi di cenere, vapore e gas hanno già raggiunto un’altezza di circa 5 km.
“I segnali che riceviamo dicono che il vulcano è in fase di eruzione”, ha dichiarato il vulcanologo Rick Wessels all’agenzia di stampa Reuters. Dal momento che il Cleveland si trova proprio al di sotto delle principali rotte che collegano gli Stati Uniti e l’Asia, il pericolo imminente è che il traffico aereo si blocchi.
“Affinché la situazione divenga preoccupante, occorre che la nube vulcanica raggiunga i 9000 metri di altitudine”, dice Wessels. Fino ad allora, per prevenire eventuali incidenti, si è deciso di introdurre piccole variazioni di rotta esclusivamente per velivoli turistici o comunque non di linea. Prevedere che cosa accadrà, dicono gli esperti, è difficile perché intorno al vulcano, adagiato sull’isola deserta di Chuginadak, non ci sono sismografi o apparecchiature specifiche.