Il passaggio dalle attuali condizioni climatiche, fotografate nel pieno dello sviluppo industriale del secolo scorso (inizi degli anni ’80), ad una presumibile nuova era glaciale, dovrebbe impiegare appena una diminuzione dello 0,14% dell’insolazione del calore che dal Sole raggiunge il nostro Pianeta.
Tale teoria, a dir poco “terroristica”, secondo i “serristi” (sostenitori dell’effetto serra) ed i “globalizzatori caldofili”, pone il suo perno sull’osservazione dei ghiacci polari ed il loro mutamento, nel corso dei secoli ed attraverso fasi alterne, tra espansione e regressione nella loro mutevole struttura geometrica. Tali spostamenti, anche nel giro di qualche decennio, come è stato osservato, producono un effetto diretto sull’albedo terrestre, mutandone l’influenza climatica nelle aree (terre ferme) sub polari.
Tutto, secondo Fong, non deve essere affidato all’analisi sterile della sola atmosfera, cioè ai modelli standard del clima (essi infatti necessitano di tempi enormemente più lunghi e di maggiori difficoltà interpretative), ma ad un modello che si adatti maggiormente alle suddette esigenze e con una scala temporale molto più ridotta.
Ne conseguono soluzioni che possono sembrare “dirompenti”: la ricerca fatta sui sedimenti provenienti dagli abissi oceanici ha rimarcato, oltre ogni aspettativa, che le grandi distese di ghiaccio fluiscono e defluiscono, durante l’era glaciale, di pari passo ai mutamenti dell’orbita che la terra disegna intorno al Sole. Un periodo che sembra aver impiegato 100.000 anni e che segue quella delle ere glaciali. In effetti durante gli ultimi milioni di anni, si è assistito ad una serie di “glaciazioni” della durata di 100.000 anni, separate da periodi transitori, interglaciali di 10.000 anni.
Il ritmo che segue questo ciclo climatico è la chiara risultanza di una variazione dell’orbita terrestre. Orbita che cambia da una forma circolare verso una più allungata e viceversa.
Tale mutamento pur producendo appena lo 0.18% (+/-) del calore che raggiunge il Globo nelle diverse stagioni, potrebbe rappresentare un decimo del mutamento necessario per poter passare ad una nuova era glaciale.