Una ulteriore metodologia non inquinante per la produzione di energia elettrica sfruttando direttamente l’energia solare, è l’utilizzo di satelliti artificiali nello spazio.
La proposta venne fatta alcuni anni fa da alcuni scienziati americani, che proposero di mettere in orbita una serie di satelliti artificiali, dotati di pannelli solari, delle vere e proprie “centrali di produzione” di energia solare, che verrebbe reinviata a terra sotto forma di fasci di microonde, ad apposite centrali disposte sulla superficie terrestre.
Questo metodo avrebbe un vantaggio: la produzione di energia sarebbe continua, e non legata, come al livello del mare, ai cicli continui giorno-notte, oppure alle mutevoli condizioni atmosferiche del luogo.
Forse, questa proposta non ha trovato seguito per gli elevati costi che occorrerebbero per la costruzione e messa in orbita di giganteschi satelliti atti allo scopo, senza contare i rischi che ci sono di collisione con oggetti estranei che potrebbero mettere fuori uso queste “centrali spaziali”, nonché la difficoltà esistente per la manutenzione di questi satelliti.
La manodopera dovrebbe essere portata in loco tramite navette spaziali, per cui i costi già elevati dell’opera potrebbero salire ulteriormente.
Infine, come conclusione di questo esame di possibilità alternative, dobbiamo rilevare che la nostra Nazione non ha seguito minimamente le indicazioni del Protocollo di Kyoto.
Le emissioni di CO2, prodotte dall’Italia, sono infatti aumentate del 6,5% dal 1990 ad oggi, anziché calare del 6% come previsto dal Protocollo.
Entro il 2012, il nostro Paese dovrebbe allora calare le proprie emissioni del 12%, fatto, questo, che sembra decisamente improbabile.
Tuttavia, risulterebbe che il 20% delle nostre emissioni deriverebbe dagli scarichi degli autoveicoli; allora una migliore efficienza nella nostra rete dei trasporti, un miglioramento della nostra viabilità urbana, gli studi per aumentare l’efficienza dei veicoli stessi, ed altre accortezze simili, potrebbero essere sufficienti a diminuire la produzione di CO2, assieme ai metodi proposti sopra per lo sfruttamento delle energie rinnovabili.