Nuovo colpo di scena nel mondo scientifico: la Teoria di Einstein è stata di colpo “riabilitata” ed una delle scoperte più sensazionali del 2011, quella che il fascio di neutrini fosse capace di superare la velocità della luce, viene così messa fortemente in dubbio. Ma a cosa è dovuto questo clamoroso dietrofront? I dati registrati a settembre dal rivelatore Opera (acceleratore di particelle Lhc del CERN di Ginevra) dell’esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), sarebbero dovuti a un’anomalia nel funzionamento degli apparati per la misurazione.
Il risultato che i neutrini fossero più veloci di 60 nanosecondi rispetto alla luce sarebbe stato determinato da una “cattiva connessione” fra un cavo a fibre ottiche, che collega un computer con il ricevitore GPS utilizzato per misurare il tempo di percorrenza dei neutrini. Un secondo errore invece sarebbe legato alla cattiva calibrazione dell’orologio di riferimento per calcolare il tempo del viaggio della particella. Questi errori minimi non consentono quindi di validare il risultato precedente, che sembrava invece inizialmente confermato sulla base delle prime verifiche compiute.
Lo stesso team di ricerca Opera, che aveva annunciato in precedenza il superamento della velocità della luce, conferma ora il problema nel sistema Gps usato per misurare il tempo di arrivo dei neutrini nel laboratorio sotterraneo in Italia. A scoprire l’anomalia negli strumenti di misura è stato il gruppo di ricerca italiano che lavora al rivelatore Opera, ovvero gli stessi scienziati che cinque mesi fa, il 23 settembre 2011, avevano annunciato i risultati sulla velocità dei neutrini. A dir la verità, i ricercatori erano sempre stati molto prudenti, precisando che l’esperimento, per essere ritenuto valido, doveva non solo essere ripetuto molte volte ma doveva essere replicato da altri laboratori mondiali.
Solo ulteriori misure potranno davvero confermare se il problema riscontrato ha introdotto un errore che ha fatto apparire i neutrini più veloci della luce. Sono previsti in maggio nuovi test per misurare la velocità del fascio di neutrini dal CERN di Ginevra ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Lo annuncia la collaborazione internazionale Opera, ossia il gruppo di ricerca che nel settembre scorso ha rilevato i dati secondo i quali i neutrini sarebbero più veloci della luce e che adesso in quell’esperimento ha scoperto due anomalie che costringono a sottoporre i dati ad un nuovo esame. Nel frattempo si attendono verifiche svolte anche da fonti indipendenti.