In Antartide si stanno vivendo momenti d’apprensione a bordo dell’imbarcazione russa Akademik Shokalskiy, impegnata in una spedizione scientifica e rimasta bloccata tra i ghiacci alla vigilia di Natale: vi sono 74 persone che attendono soccorsi, fra cui decine di ricercatori, scienziati e persino due italiani che vivono e lavorano all’estero (il biologo Umberto Binetti e il microbiologo Andrea Torti). Una prima nave rompighiaccio ha tentato di raggiungere senza successo il luogo in cui la nave è in preda ai ghiacci, ma ha dovuto desistere forse anche per condizioni meteo avverse. Sarebbero in arrivo altre due navi rompighiaccio, la francese Astrolabe e l’australiana Aurora Astralis.
La nave russa è rimasta vittima di una tempesta e del pack, lo strato di ghiaccio che si è ricompattato in modo imprevedibile rendendo impossibile la prosecuzione della navigazione, in una zona generalmente percorribile in questo periodo. Al momento non vi sono particolari preoccupazioni per le persone a bordo della neve, in quanto le provviste sono sufficienti a poter resistere. Fortunatamente tra l’altro ora le navi sono fatte di titanio e leghe metalliche capaci di resistere anche alle temperature più basse, non come il legno della nave di Shackleton, che nel 1914 fu stritolata dal pack, costringendo l’esploratore ad accamparsi su una lastra di ghiaccio insieme al suo equipaggio.