Quando una perturbazione proveniente dall’Atlantico si porta sul Mar Mediterraneo, sovente si intensifica, le nubi divengono più compatte e si formano temporali, specie dietro il fronte freddo, quando aria fredda viene dalla Valle del Rodano o dalla Porta di Carcassonne.
Tempo d’Atlantico. In questi giorni tendiamo a processare con teorie discordanti, la causa delle fasi piovose che si rinnova in varie regioni d’Italia: taluni dicono che è tempo Atlantico quello in atto, altri che piove per l’azione di contrasto con il Mar Mediterraneo.
Da qualche anno si è osservato nel semestre freddo un calo sensibile del transito diretto di perturbazioni atlantiche in Italia e le latitudini temperate d’Europa, ciò sta comportando in media, una riduzione del numero di giorni di pioggia, ma soprattutto una irregolarità della distribuzione delle stesse.
Il Mar Mediterraneo è un vasto serbatoio di acqua calda, le sue acque superficiali, a parità di latitudine, restano per tutto l’anno più calde dell’Atlantico, e se si considera che i venti atlantici che giungono nel Mare Nostrum d’inverno attraversano terre relativamente assai più fredde, ne deriva una elevata probabilità che si inneschi instabilità atmosferica.
Gli scorsi anni eravamo osservatori di fasi di tempo fortemente instabile tra Baleari e Catalogna, quest’anno l’instabilità avviene con maggiore rilevanza in Italia, mentre è stata sporadica nel Mediterraneo occidentale.
Ma qui non facciamo la storia del tempo degli ultimi mesi, ma una semplice annotazione in merito al Mar Mediterraneo, che esalta quasi sempre ogni fronte, ogni massa di aria instabile che lo raggiunge.
Il mare Mediterraneo è un generatore di maltempo. Una perturbazione che viene nel Mar Mediterraneo, può contare dell’aria calda e secca dell’entroterra nord africano, che giunta nel Mar Mediterraneo, si inzuppa di umidità, i sistemi nuvolosi divengono vistosi, le piogge aumentano di violenza.
Per fortuna il transito delle perturbazioni atlantiche nel Mar Mediterraneo non è così frequente come nel Nord della Francia, Isole Britanniche e tutta l’Europa del Nord, infatti, se ciò avvenisse, si avrebbero piogge assai consistenti, come avvenne nell’autunno 2000, ma anche svariate stagioni autunnali del secolo scorso.