La definizione del potenziale sismico di una faglia, e quindi di un’area, intende sottolineare il rischio sismico. La mappa che vediamo sopra illustra le scosse avvenute dal 1985 ad oggi nella lombarda. La fonte è INGV.
Il termine potenziale in italiano sottolinea la possibilità, non che il fenomeno c’è stato magari ieri. Vuol dire che in quel posto che una possibilità, perché è avvenuto nel passato, che ci siano scosse sismiche di una certa Magnitudo.
Quindi, per rischio sismico si fa riferimento anche ad eventi del passato, perché individuano e confermano indiscutibilmente la sismicità di un’area. Ma i geologi dispongono anche di riferimenti più sofisticati.
INGV – Centro Nazionale Terremoti pubblica la seguente definizione scientifica:
con pericolosità sismica si intende lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. Essendo prevalentemente un’analisi di tipo probabilistico, si può definire un certo scuotimento solo associato alla probabilità di accadimento nel prossimo futuro. Non si tratta pertanto di previsione deterministica dei terremoti, obiettivo lungi dal poter essere raggiunto ancora in tutto il mondo, né del massimo terremoto possibile in un’area, in quanto il terremoto massimo ha comunque probabilità di verificarsi molto basse.
LA STORIA DEL PASSATO
Un po’ in tutte le scienze la “storia passata” è presa in considerazione per valutare la probabilità che una certa situazione si ripresenti. Ciò avviene anche in meteorologia, ad esempio per quelle aree soggette ad alluvioni periodiche.
Genova è una città con un potenziale alluvionale, e potendogli dare un valore, durante una grande alluvione si ebbero circa 1000 millimetri di pioggia in un giorno in una stazione meteo della collina. Ma non vuol dire che alla prossima alluvione cadranno 1000 millimetri!
Ma torniamo alla sismicità, la Lombardia occidentale, in specie quella padana, è una tra le aree a minor rischio sismico, ciò viene definito anche in funzione delle notizie del passato, seppure, va sottolineato, che tale area risenta di scosse telluriche di aree vicine.
Si veda mappa del rischio sismico della zona, fonte INGV – Centro Nazionale Terremoti.
In merito ad epicentri in zona, nella zona di Monza il 2 novembre 1396 si ebbe una scossa piuttosto forte, di cui INGV – Centro Nazionale Terremoti stima Mw 5.35. Questo evento è totalmente sconosciuto a più.
Un po’ diversa è la situazione appena ad est di Milano, in specie nella pianura bergamasca, dove ieri si è registrato un Mw 3.3. Ma anche a sud est come l’area di Lodi, o del basso milanese, dove si sono avuti sismi similari a quello di Monza anche in tempi molto più recenti.
Eppure la sismicità di queste zone non è pesante: ci potranno essere prima o poi scosse anche sino a 4 di Magnitudo, se non 5 come avvenuto in passato, ma non si sa quando se tra 10 o 500 anni. Tale approssimazione deriva dal fatto che minore è la frequenza di scosse, più bassa è la possibilità che avvengano e così anche la quantità di dati disponibili per ipotizzare il potenziale sismico di un’area.
In Lombardia le scosse sismiche non mancano, ecco cosa mostra INGV per gli ultimi 90 giorni.
Abbiamo riscontrato che buona parte delle persone confonde il termine potenziale sismico di un’area o di una faglia, per “c’è stato un terremoto”.
In effetti nelle scuole questa parte della geografica fisica (materiale in abbandono in Italia) è abbastanza noiosa, e sovente viene saltata dai docenti al pari della meteorologia.
È importante conoscere il potenziale sismico per prevenire danni di future scosse, che non si conosce quando si avranno, perché i terremoti non si possono prevedere. Ma vuol dire costruire case con criteri a difesa del potenziale sismico di una certa area.
In Italia, parlare di rischio sismico spaventa la gente, così parrebbe dalla lettura che abbiamo osservato nei Social Network, dove scrivono generalmente le persone comuni.
E c’è da chiedersi, specie dove il rischio sismico è maggiore (si parò di Sicilia e ci dissero che l’argomento causava l’ansia alle persone), le abitazioni sono adeguate a resistere al potenziale di scossa sismica della zona.
Forse no, e lo abbiamo visto anche nell’ultimo sisma accaduto in Italia.
Questa si chiama prevenzione, quella invocata dai cittadini dopo la scossa, ma che prima dell’evento fa paura, viene additata persino come procurato allarme.
Ci domandiamo come mai in Italia fa paura alle genti parlare di terremoti, vulcani, e poi quando succedono accusiamo lo Stato e tutto ciò che è possibile?
La prevenzione hanno le basi nella conoscenza e consapevolezza che un evento possa prima o poi avvenire perché vi è una predisposizione, e l’Italia è tra i Paesi d’Europa con il maggior rischio.
Idem succede per il rischio idrogeologico e meteorologico. L’argomento fa paura e viene ignorato, visto come malaugurio.