Ogni anno, a causa dello scioglimento del permafrost lungo le coste, il territorio russo perde una porzione di territorio paragonabile come estensione alla superficie di Andorra. Ad acuire il fenomeno è anche l’azione erosiva del mare, che si “mangia” fino a 10 metri di superficie. Non a caso negli ultimi 40 anni la linea costiera si è spostata di circa 30 km verso l’interno.
Secondo gli studiosi russi il fenomeno potrebbe portare ad aumento delle temperature e alla scarsità d’acqua, con ripercussioni disastrose sull’economica agricola delle zone. Non dello stesso avviso il Presidente Putin, che già nel 2003 dichiarò che grazie al rialzo delle temperature i russi “spenderanno meno in pellicce” e “crescerà la produzione generale di cereali”.