da sabato mattina che nella zona del ghiacciaio islandese Vatnajokull si registrano preoccupanti tremori. Al momento i sismografi della zona avrebbero rilevato circa 3 mila scosse. La maggior di debole entità, non superando i 2 gradi della scala Richter, ma ci sono stati diversi terremoti di magnitudo 3 e il più violento di magnitudo 4.5 della scala Richter.
“Si tratta del più grande terremoto dal 1996 e ci sono tanti motivi che potrebbero indurci a ritenere probabile una grossa eruzione vulcanica”, ha detto il sismologo Kristin Jonsdottir. L’attività sismica è causata dalla circolazione del magma al di sotto della superficie ad una profondità valutabile tra i 3 e i 7 km. Al momento è stato emesso un allarme arancione, appena un gradino al di sotto per decretare la massima allerta.
“Il rischio di esplosione è 50/50”, ha ammesso in un’intervista con il quotidiano svedese “Dagens Nyheter” Reynir Bödvarsson, sismologo presso l’Istituto di Geologia dell’Università di Uppsala. Ma la più grande preoccupazione per gli islandesi è la minaccia di inondazioni perché la fusione di parte del ghiacciaio porterebbe l’acqua giù per la valle, verso le aree popolate. Gli isolani paragonano l’attuale situazione a quella del 1996, quando a seguito dell’esplosione vi furono ingentissimi danni. Oltre alle inondazioni, l’altro problema sarebbe quello dell’enorme enorme nube di cenere che potrebbe derivarne, con conseguenti disagi per il traffico aereo europeo. Uno scenario simile a quello del 2010, a seguito dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull.