La scorsa settimana affrontammo il discorso sul Bardarbunga, il secondo più grande vulcano islandese. Ne parlammo perché da alcune settimane l’attività sismica è cresciuta a dismisura e i vulcanologi temono che stia per manifestarsi una poderosa eruzione. A conferma di ciò, nella notte notte di giovedì su venerdì si è verificato un nuovo terremoto di magnitudo 4,7 gradi Richter. Al momento si è trattato della scossa più intensa registrata nella regione del ghiacciaio Vatnajokul.
In totale sono stati 4 i terremoti registrati dalla mezzanotte alle prime ore del mattino. Attività sismica che si è verificata principalmente nel settore di nord-est del vulcano, con ipocentro collocato ad una profondità tra gli 8 e i 12 km. Alcune scosse, le più intense, hanno avuto luogo ad una profondità di circa 4 chilometri.
In totale, nel corso delle ultime 72 ore ci sono stati oltre 2 mila scosse.
Secondo alcuni studiosi il processo di eruzione sarebbe già in corso, secondo altri l’esplosione potrebbe verificarsi molto più tardo, altri ancora ritengono che l’attività vulcanica sia destinata a placarsi.
“Lo scenario più probabile è che il getto di lava esca dal sottosuolo, o che comunque si avvicini così tanto alla superficie da determinare la fusione di enormi quantità di ghiaccio tale da generare una portata fino a 10 mila m3 di acqua al secondo”, sostiene Tumi Gueth, geofisico.
L’eventuale eruzione comporterebbe il rischio di tremende inondazioni che potrebbero portare alla distruzione di strade, ponti e case. “Il vulcano è circondato da ghiaccio e neve. Se dovesse esserci la temuta esplosione, avverrebbe la formazione di colate laviche e valanghe di ghiaccio”, continua l’esperto. Gli Islandesi che vivono ai piedi del vulcano sono già stati evacuati e i residenti dei centri abitati circostanti si preparano per il disastro. Le autorità locali invitano, da giorni, i turisti al cambio di destinazione.
Se il vulcano dovesse esplodere c’è il rischio, concreto, che si crei uno scenario simile a quello dell’aprile aprile 2010, quando ad esplodere fu il vulcano Eyjafjallajokull. All’epoca venne paralizzato il traffico aereo su gran parte del continente europeo per una perdita economica che fu stimata in 1,7 miliardi dollari.