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Grandine

di Andrea Meloni
21 Feb 2006 - 15:09
in Senza categoria
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grandine
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Una fitta grandinata su una strada trafficata, può esser causa di incidenti. In questi giorni  ci segnalano forti eventi ed incidenti stradali.
La grandine è una meteora che appare più frequente in primavera ed estate. In Italia grandina un po’ ovunque, nella stagione primaverile le regioni più interessate sono quelle tirreniche, dalla Toscana alla Calabria, sino al nord della Sicilia. E’ molto grandinigena la Sardegna occidentale.

D’estate la grandine, complice anche il maggior calore, cade con maggiore frequenza nel Nord dell’Italia. Tuttavia, la geografia delle grandinate estive la vede sempre più diffusa al Centro e Sud, oltre che nelle Isole.

La grandine, distinta dalla neve tonda, che in realtà è una forma di neve, consiste in grumi sferici di ghiaccio con diametro da 5 mm di spessore.

Esiste un’altra varietà chiamata gragnuola, formata da un nucleo di neve tonda ricoperto di una sottile crosta di ghiaccio trasparente. Questa si è veduta questi giorni in varie località tirreniche.

Tal tipologia può cadere da cumulonembi piccoli, ma la vera grandine si forma solo in cumulonembi in cui le correnti ascensionali (dal basso verso l’alto) sono abbastanza forti da sopportare il peso dei chicchi in crescita.

Le nubi grandinigene devono essere vigorose e contenere notevoli quantità d’acqua. La grandine di maggiore dimensione si sviluppa in condizioni climatiche relativamente calde, con forte riscaldamento del suolo per generare violente correnti ascensionali.

La grandine è un fenomeno collegato alle nubi torreggianti d’un temporale sviluppato, cade con violenti e localizzati rovesci nell’area interessata dal temporale.

I chicchi di grandine hanno origine come palline di neve tonda, oppure come gocce di pioggia gelata che salgono e scendono nelle violenti correnti d’aria della nube temporalesca.

La bozza di chicco di grandine s’ingrossa quando le goccioline nuvolose vi si congelano sopra.

La struttura del chicco è composta di strati, lo noterete osservandone uno da vicino, per effetto dai continui movimenti verso l’alto e verso il basso a cui viene sottoposto, finché la spinta ascensionale non può sorreggere il chicco e questo cade fuori dalla nube, precipitando verso il suolo.

Dalla tipologia degli strati di ghiaccio del chicco è possibile conoscere come è avvenuto il suo accrescimento: a temperature molto basse le goccioline si congelano rapidamente, intrappolando molte bollicine d’aria che danno origine a ghiaccio bianco.

A temperature più alte il congelamento avviene più lentamente e si forma ghiaccio trasparente.

I chicchi grandi presentano spesso una struttura a cipolla, sono pressoché sferici, con strati alternati di ghiaccio bianco e trasparente. Ciò significa che i chicchi devono essere passati su e giù attraverso strati della nube con temperature diverse.

Per mantenere un frammento sospeso per 10 minuti circa (periodo necessario per produrre un chicco grande) sono necessarie correnti ascensionali superiori ai 30 mt/s (oltre 130 km/h).

Sebbene normalmente siano sferici o quasi, i chicchi di grandine possono avere anche forme bizzarre, probabilmente dovute alla collisione di parecchi frammenti che poi restano congelati insieme.

La bibliografia ed anche la nostra esperienza di cacciatori di grandine, ci permettono di documentare la caduta di grandine dalle forme più strane.

Nella prossima puntata, documenteremo le grandinate più strane ed in seguito anche tante di quelle con i chicchi di grandine più grossi.

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