Alla fine di ottobre e inizio novembre comincia, in molti soggetti, una vera e propria sofferenza mentale. Le giornate piovose, grige, fredde e la minor durata del giorno causano disagi psico-fisici notevoli.
Il fenomeno è stato definito dagli psicologi “disturbo affettivo stagionale”. Tra i sintomi più importanti emergono la sensazione di tristezza e irritabilità, una stanchezza costante, sonnolenza e incapacità di dormire decentemente. A volte emerge il desiderio di isolarsi dalla società, la mancanza di entusiasmo per il lavoro e problemi di concentrazione, il ché rende difficile svolgere le attività quotidiane. A causa dei cambiamenti nel tipo di alimentazione, con l’introduzione di più carboidrati, si tende a ingrassare e perdere autostima.
Fortunatamente non è uno stato permanente. Di solito verso marzo/aprile l’umore comincia a migliorare. Un contributo essenziale viene dalle lunghe giornate di sole, dal rialzo delle temperature e dalla fioritura delle piante.
La ricerca, con a capo il professor John W.Ayers, si è avvalsa dei dati provenienti da Google. In genere, questo tipo di studi vengono effettuati tramite interviste telefoniche a campione, ma i risultati ottenuti sono meno affidabili perché molte persone provano vergogna nel parlare dei loro problemi di salute. In rete, invece, il problema scompare. Si scopre così che il numero e la frequenza delle ricerche su Google di termini che hanno a che fare con le patologie mentali nei mesi invernali è aumentato significativamente.
“Sulla base dei risultati, siamo in grado di valutare rapidamente la salute mentale della popolazione”, ha dichiarato il prof. Ayers. “Si può sostenere, quindi, che questa è una tendenza in crescita e ci permette di dimostrare che i sentimenti umani dipendono notevolmente dalle condizioni atmosferiche”.