Sono le 18 ora locale quando decido di salire in postazione per vedere che tempo fa. Il cielo è grigio e soffia un fievolissimo alito di vento caldo da sud. Un lontano brontolio comincia a farsi strada nelle orecchie e non resta che preparare le macchine. Mia moglie è davanti al braciere appena acceso per una ricca salcicciata serale. Mi sta per chiedere se voglio anche qualche wurstel per cena quando mi vede passare con cavalletto e macchine fotografiche al seguito. La domanda le si strozza in gola perché ormai mi conosce, comincia a rimettere tutto a posto e lascia accesa quel po’ di brace giusta giusta per farci una bruschetta.
Mentre attraverso il campeggio per andare in zona fotografica comincia il tam tam:
” ….è passato Roberto col cavalletto, fulmini in vistaaaa…..”. Vengono rinforzati gli ormeggi e cominciano le urla di richiamo delle mamme che radunano i propri figli.
L’orario non è dei più adatti, è ancora giorno ma i brontolii stanno aumentano d’intensità. Posiziono le macchine ma c’è ancora troppa luce per poter immortalare qualcosa di significativo. Verso le 19e 30, sempre ora locale, arrivano le prime goccioline di pioggia. Decido che è il caso di andarsi a riparare perché il vento ha cominciato a salire d’intensità e soprattutto è un vento caldo quasi fastidioso.
Rientro in campeggio a passo veloce.
“Arriva l’acqua…” dico ai pochi presenti ancora non a cena. Dopo 5 minuti si scatena la furia devastante di un temporale che ci centra in pieno (il giorno dopo sapremo che 7 Km più a nord non cadrà una goccia d’acqua). Raffiche di vento molto sostenute mettono a repentaglio gazebo, tende e quantaltro di estivo mentre scende un’acqua torrenziale. Lampi e tuoni nel frattempo la fanno da padrone per circa una mezzora. Ad un certo punto il vento cessa d’improvviso e la pioggia diventa una pioggerella neanche tanto fitta. Scelgo di prendere la fotocamera digitale dei miei figli e ritorno in postazione. Nel camminare noto come il mondo che mi circonda stia assumendo dei colori giallastri quasi surreali. Arrivo in postazione, sono le 20 e 15 circa e……..gli occhi non sanno da che parte parare. In tanti anni di onorata carriera non avevo mai visto uno spettacolo del genere in cielo. Mi siedo sul ciglio del parapetto, rimango con la testa all’insù e a bocca aperta. Rimango così, come incantato per un paio di minuti a gustarmi nella solitudine del momento quel Caravaggio appeso in cielo. Le foto che vedete non rendono giustizia a ciò che gli occhi hanno visto. Da queste parti opere d’arte così ne capita 1 ogni 10 anni se va tutto bene. Non ci sono parole per descrivere tutta quella miriade di sensazioni che mi attraversano l’anima sia come essere umano che come fotografo. Umilmente punto la macchinetta al cielo scusandomi per il disturbo ed immortalo quell’attimo così impossibile e irripetibile. Spendere altre parole per ciò che la memoria ha incastonato nelle pieghe della sua stanza dei ricordi è tempo perso. Probabilmente per molti di voi saranno foto ripetitive ma per noi, poveri campeggiatori delle piane pontine a sud di Roma, amanti della foto meteo e a pochi chilometri dal promontorio del Circeo è stato come aver fatto un 6 al superenalotto. In serata dopo le 22 poi si sono accesi i fuochi all’interno del cumulonembo che hanno deliziato i numerosi presenti che mi hanno raggiunto sul posto, impauriti ma curiosi, con una serie di saette e fulminazioni nube-nube di incantevole bellezza. Vi allego due foto che sicuramente non diranno ciò che gli occhi hanno visto ma d’altronde si sa…perché le emozioni non si raccontano ma si vivono.
Un saluto a tutti.
(Camping Rio Martino – Borgo Grappa – Latina – 29 luglio 2006)