Nel luglio di quest’anno è stato battuto il record del mondo di osservazione a distanza. Gli autori dell’impresa sono gli spagnoli Juanjo Diaz de Argandoña, Jordi Solé Joval e Mark Bret Gumà. Il progetto è stato creato in collaborazione con l’esperto Marcos Molina.
Ma di cosa si tratta precisamente? Semplice: scattare una foto in cima al Pic de Canigou (Pirenei francesi) immortalando il Tetes de Chabrier e il Puy de la Seche. Ovvero due cime delle Alpi francesi, distanti dal punto di osservazione ben 381 chilometri!
“Fotografare le Alpi era lo scopo della nostra scalata al Pic du Canigou. Il tutto è stato attentamente pianificato e il record è stato battuto nella seconda di due prove. Abbiamo dovuto fare i conti con il tempo atmosferico, che ha un grande impatto sulla visibilità”, ha dichiarato Jordi Solé Joval.
Le osservazioni periferiche sono possibili grazie alla rifrazione terrestre, quel fenomeno che riguarda la luce solare nell’atmosfera e per il quale è possibile – in particolare condizioni – osservare gli oggetti che di solito sono situati dietro l’orizzonte.
Affinché ciò possa verificarsi v’è necessità di particolari condizioni meteorologiche, soprattutto in merito all’umidità. Il vapore sopprime il fascio di luce, che così si ferma a distanze più brevi illuminando ciò che è più vicino. Le condizioni migliori si hanno in giornate con cielo azzurro brillante, che consente di distinguere alla perfezione i contorni delle nuvole.