Secondo i fisici dell’Università di Bordeaux, la rotazione dei vortici sulla superficie delle bolle sarebbe del tutto simile al modo in cui agiscono i grandi sistemi meteorologici di bassa pressione. Ci sarebbe una relazione tra il fluido in rotazione sulle bolle e le tempeste tropicali, al fine di creare un modello più performante per prevedere il percorso e l’intensità di uragani e tifoni. Le simulazioni condotte hanno permesso di scoprire che le bolle di sapone rotanti potrebbero ricreare davvero vortici che somigliano a cicloni tropicali, e la cui velocità di rotazione ed intensità aveva molto similitudini con quanto osservato negli schemi dei venti. Guardando con attenzione quel che accade nelle bolle, si è appurato che i vortici possono intensificarsi solo fino ad un picco massimo prima di entrare in una fase di declino, proprio come accade alle tempeste tropicali.
Uno studio dettagliato della rotazione dei vortici dentro le volle ha permesso ai ricercatori di ottenere un modello semplice ma in grado di descrivere fedelmente la loro evoluzione, così come il tempo che impiega per raggiungere quell’intensità, sulla base del suo stato iniziale. Il team di scienziati ha poi applicato il modello usato sulle bolle anche per prevedere l’esito di 150 vecchi cicloni tropicali nel Pacifico ed Atlantico. La conclusione è che il modello ha dimostrato di funzionare molto bene per i sistemi di bassa pressione, anche se è molto esemplificativo per le dinamiche atmosferiche. La ricerca è comunque in fase d’approfondimento, considerando come per i cicloni tropicali entrino in gioco diversi altri fattori atmosferici non presenti nelle bolle di sapone, ma l’analogia riscontrata può costituire un aiuto davvero prezioso.