Le avvisaglie si ebbero nei giorni scorsi, quando i primi banchi di nebbia comparvero su alcuni tratti costieri della Toscana e del Lazio. La giornata odierna è ancor più rappresentativa di uno scenario che testimonia appieno il passaggio di testimone tra la stagione invernale e quella primaverile.
L’ultima immagine satellitare evidenzia, a chiare lettere, la presenza di una mite cupola Anticiclonica. La semplice osservazione, trascendendo dai valori termici registrati nelle ultime 72 ore, non sarebbe sufficiente ai non addetti ai lavori nell’identificare la natura temperata della struttura altopressoria. Ma se osserviamo i mari di ponente, in particolare il Mar Ligure e il Tirreno Centro Settentrionale, le nubi che vediamo in primo piano testimoniano l’afflusso temperato alle quote medio alte.
Le nubi che vedete sono quelle che in gergo vengono definite “nubi marittime”, o “nubi basse” se preferite. La loro formazione è subordinata allo scorrimento dell’aria mite al di sopra del mare freddo. Le ondate di gelo che caratterizzarono le prime due settimane di Febbraio hanno fatto sì che gli specchi d’acqua circostanti lo Stivale si siano raffreddati significativamente. I primi sbuffi temperati, coadiuvati da elevati tassi d’umidità, determinano la condensazione del vapore e la formazione di quel tipo di nubi.
Nubi che stamane interessano i litorali della Riviera Ligure e della Versilia, producendo un tipo di tempo grigio e persino uggioso. Sono nubi che stazionano sino ad una quota di 600/700 metri, tant’è che sui contrafforti marittimi circostanti i cieli appaiono sgombri da nubi e trovandosi sulla loro sommità sarebbe possibile osservare le quote inferiori ricoperte da una spessa coltre nuvolosa. Nuvole che peraltro si estendono sino alle coste occidentale della Corsica.
Altri annuvolamenti sono presenti sul versante Tirrenico della Calabria meridionale, sopravento rispetto ai venti di Maestrale che ancora soffiano in quella zona. Dall’altra parte dell’Aspromonte, nel versante sottovento, si stanno mettendo in moto deboli correnti favoniche che potrebbero incentivare un ulteriore rialzo delle temperature massime.