I primi giorni di questa settimana sono stati caratterizzati da tempo molto gradevole su nord e centro Italia, con temperature molto fresche nei valori minimi, cieli in prevalenza sereni e bassa umidità. Un po’ più disturbati il sud e soprattutto le isole, dove abbiamo avuto nuvolosità e anche qualche precipitazione, per l’influenza di alcune relative basse pressioni, più evidenti in quota che al suolo, dovute alle infiltrazioni di aria fresca sul Mediterraneo, sia da est che da ovest, lasciato relativamente “scoperto” dalla non perfetta saldatura fra la parte oceanica dell’anticiclone, molto arretrata a SW, e il cuneo con massimo sull’Irlanda, e dalla permanenza a latitudini basse della “campana” subtropicale, che invece su Turchia orientale, Caucaso e steppe russo-kazake è salita a latitudini molto settentrionali, riportando il gran caldo su quelle distese continentali.
Insomma l’Italia si è trovata in una “palude barica”, senza una figura a dominare la situazione, e nella giornata di ieri, giovedì, le nubi hanno coinvolto anche il centro, mentre il nord, soprattutto a est, è stato parzialmente coinvolto da un fronte freddo, più attivo sul settore alpino. Ma sempre giovedì la Spagna, nei giorni precedenti interessata da numerosi temporali, ha visto un tempo molto più stabile per l’avanzare da ovest del “nocciolo” dell’alta pressione delle Azzorre, che nella sua espansione verso levante oggi, venerdì 28 maggio, sta portandosi verso Golfo del Leone e Sardegna. Per oggi tuttavia in Italia avremo ancora nubi soprattutto sulle zone interne e instabilità atmosferica, con fenomeni in particolare sui rilievi del nordest e l’Appennino centro-settentrionale, dove l’ingresso di aria fresca in quota farà si che il tempo sia peggiore di ieri.
Sabato 29 maggio l’aria instabile di lontana origine scandinava isolerà un nucleo freddo moderatamente attivo che scivolerà sul bordo orientale dell’anticiclone verso l’Adriatico e poi i Balcani. Caleranno le temperature su tutte le regioni per il transito della goccia fredda ma gli effetti perturbati dovrebbero essere confinati prevalentemente sulle regioni del basso Adriatico e ioniche. Le temperature scenderanno sui 6°/8°C a 850 hPa, 1°/2°C in più sulle regioni nordoccidentali e le isole maggiori, più “prese” dall’anticiclone. Domenica 30 Maggio, passata la goccia fredda, il tempo migliorerà sulle regioni adriatiche e ioniche, mentre la depressione islandese invierà un impulso freddo verso il Mediterraneo che porterà alla formazione di un sistema frontale in avvicinamento alle nostre regioni occidentali dal pomeriggio/sera. Una giornata di intervallo, quindi, con tempo abbastanza buono ovunque, salvo il peggioramento sulle Alpi occidentali in serata, e temperature in lieve ripresa.
Nel dettaglio, per sabato 29 maggio prevediamo al nord cielo tra parzialmente nuvoloso e nuvoloso sulla Emilia-Romagna, con possibilità di locali rovesci o temporali, ma con miglioramento già dalla mattinata. Poco nuvoloso sulle altre regioni, con locali addensamenti sulle zone occidentali e le Alpi.
Parzialmente nuvoloso, a tratti nuvoloso, sulle regioni centrali adriatiche e Lazio e Umbria orientali, con possibilità di rovesci e qualche temporale. Tra poco e parzialmente nuvoloso sulle altre regioni centrali e la Sardegna.
Nuvolosità irregolare, a tratti intensa, al sud, in particolare nelle zone interne ed orientali, con locali rovesci o temporali più probabili sulle zone interne e ioniche. Poco nuvoloso sulla Sicilia occidentale, variabilità su quella orientale, con qualche occasionale pioggia, anche a carattere di rovescio.
Temperature senza variazioni di rilievo sulla Sardegna, in lieve aumento le massime al nord e in Sicilia, in lieve diminuzione sulle altre regioni, specie sul versante adriatico e in Puglia. Venti in prevalenza dai quadranti settentrionali, in genere deboli, moderati sulle regioni del medio adriatico.
Domenica 30 maggio al nord poco nuvoloso, con addensamenti più consistenti dal pomeriggio a partire dalle Alpi occidentali (poi anche sulle centrali), con precipitazioni sull’arco alpino occidentale, occasionalmente in estensione alle zone pianeggianti del Piemonte occidentale.
Nuvolosità variabile al centro-sud, con addensamenti pomeridiani sui rilievi, con possibilità di qualche breve rovescio o temporale, soprattutto tra Pollino e Sila. Aumento della nuvolosità dal pomeriggio sulla Sardegna. Temperature in lieve aumento, più percettibile al nord e sulle centrali adriatiche, con tendenza a nuova diminuzione sul nordovest e le Alpi centro-occidentali in serata. Venti settentrionali deboli, tendenti a provenire dai quadranti occidentali sul nordovest e la Sardegna.
DOVE ANDIAMO
Vercelli, capitale del riso, ha una splendida chiesa gotica, Sant’Andrea, e alcune importanti collezioni d’arte. Il vecchio nucleo urbano è di tracciato medievale e di tessuto edilizio sette/ottocentesco. Intorno il paesaggio è quello delle risaie, spartite da lunghi filari di alberi sugli arginelli, ma la moderna coltura non ha più bisogno, per fortuna, della tremenda fatica di lunghe file di mondine, gambe nell’acqua e schiena piegata sotto il sole.
Nel weekend il tempo sarà buono, con netta prevalenza di sole, il sabato e la mattina della domenica, mentre dal pomeriggio le nubi andranno aumentando e non si esclude qualche pioggia, accompagnata da modesta attività temporalesca. Temperature minima/massima sabato 12°/23°C, domenica 13°/25°C.
Come in tante altre città, un giro di viali ha sostituito le mura comunali. Il comune risale appunto al sec.XI e al periodo comunale si deve il percorso tortuoso delle vie del centro, qualche torre, parti romaniche superstiti in costruzioni rinnovate. Dell’inizio del ‘200 è Sant’Andrea e al 1228 data la fondazione dello Studium, prima università piemontese. Nel 1335 la città si dette ad Azzone Visconti, ma nel 1427 Filippo Maria Visconti la cedette ad Amedeo di Savoia, che sposava sua figlia Maria. Nei secoli seguenti la città, che nei territori dei Savoia era di confine, subì dure vicende belliche, venendo saccheggiata dai francesi nel 1553, assediata dagli spagnoli nel 1617 e 1638 (nel secondo episodio capitolò e rimase occupata per vent’anni), conquistata da francesi e spagnoli nel 1704 e infine occupata per 20 giorni nel 1859 dagli austriaci, che non poterono proseguire avendo Cavour trasformato la campagna in un acquitrino facendo rompere gli argini.
I piatti sono quelli tipici della pianura di risaia: la brudera (riso bollito in brodo di costine di maiale), il machet (polentina con aggiunta di latte e castagne), la panissa (riso cucinato con brodo di verdure, fagioli e salsiccia). Vino Doc è il rosso Gattinara.
Sant’Andrea, principale monumento cittadino, è uno dei primi esempi in Italia di architettura gotica. Fu eretta nel 1219-27 come chiesa abbaziale. L’esterno è animato dal contrasto tra il bianco dell’intonaco, il rosso dei mattoni e il verde della pietra delle sagomature. La facciata è fiancheggiata da due torri. Nelle lunette sculture dell’Antelami e della sua scuola. Interno schiettamente gotico, tutto slancio verticale nelle tre navate divise da pilastri a fasci con volte a costoloni.
Centro della città e Piazza Cavour, conta da portici in parte ogivali. Sopra le case emergono la Torre dell’Angelo e la Torre del Comune, entrambe medievali.
La Cattedrale, ricostruita nel 1578 su disegno del Tibaldi e modificata nel ‘700, è accompagnata da un campanile del sec.XII. San Cristoforo, presso il Palazzo della Prefettura, ospita pregevoli dipinti di Gaudenzio Ferrari.
Sul centrale Corso Libertà troviamo il Palazzo Centori, con bel cortile quattrocentesco, e Santa Chiara, complesso monumentale comprendente un chiostrino del ‘400, la ex chiesa barocca dedicata alla Santa di Assisi, e une edificio di epoca neoclassica.
Il Museo Leone, negli ambienti della quattrocentesca Casa degli Alciati e del settecentesco Palazzo Langosco, ospita materiale relativo a Vercelli preromana, romana e medievale, oltre a raccolte di varie epoche di armi, vetri, ceramiche, monete e a cimeli della storia vercellese moderna.
Il Museo Borgogna, nell’omonima via, dietro l’abside poligonale di San Francesco, raccoglie dipinti dal sec.XIV al XX. Vi sono rappresentate soprattutto i pittori locali del Rinascimento (Gaudenzio Ferrari, Sodomia) e le scuole lombarda, veneta (Tiziano, Palma il Vecchio) e del centro Italia (Perugino).
In provincia, Trino, a breve distanza dal Po, conserva nel centro l’impianto medievale. Da vedere la Parrocchiale seicentesca e il Museo Civico G.A.Irico, che ospita materiale archeologico del territorio, documenti storici, dipinti e una sezione dedicata agli stampatori torinesi, che operarono nei sec.XV-XVI a Venezia, Lione e Salamanca.