L’inverno è stato troppo a lungo silente, ma ora prova a dare battaglia per non cedere il campo alla primavera. Così si può riassumere l’evoluzione meteo che ci attende tra questa fase conclusiva di febbraio e l’inizio di marzo (che peraltro coincide come calendario all’inizio della primavera meteorologica). Andiamo con ordine e focalizziamo l’attenzione su quella che dovrebbe essere la fase apicale del freddo e della neve per il Sud e le Adriatiche: il momento più interessante resta infatti quello fra venerdì e sabato, anche se qualcosa sull’evoluzione è mutato e continua a mutare, rendendo necessario un costante monitoraggio.
Si conferma la retrogressione del nucleo freddo di matrice balcanica che potrebbe non limitarsi a posizionarsi sullo Ionio, ma spingersi verso il Basso Tirreno. Vi chiederete cosa cambia? L’evoluzione appare più favorevole per possibili nevicate fino a quote basse anche localmente sulle zone centrali adriatiche (Abruzzo in primis) e non solo al Sud e sulla Sicilia. Si allarga dunque il raggio d’azione dell’instabilità, ma l’alimentazione fredda sarà forse un po’ meno marcata. Naturalmente dovremo attendere ancora per capire come evolverà questa retrogressione del vortice balcanico, da cui peraltro dipenderà in maniera determinante l’esatta distribuzione dei fenomeni.
Prende ormai sempre più forma anche il peggioramento meteo atteso per domenica, derivante dalla rapida incursione perturbata che scenderà dal Mare del Nord, bucando le resistenze anticicloniche, intrufolandosi verso il nostro Paese con una probabile ciclogenesi in progressivo approfondimento. Questa penetrazione perturbata, peraltro seguita da nuovi apporti freddi da nord, giungerà rapida su un contesto che ancora avrà gli strascichi dell’afflusso freddo sui Balcani.