La formazione di un poderoso cuscinetto freddo, svalicato dal versante padano proprio in coincidenza con un evento precipitativo piuttosto generoso ha dato luogo alla nevicata tardiva più abbondante degli ultimi 30 anni. L’afflusso di una massa d’aria molto fredda avvenuta i giorni precedenti alla nevicata hanno consentito la formazione di un corposo cuscinetto freddo “pronto all’uso” per l’arrivo del fronte. Il deposito freddo nella Val Padana è stato notevole nonostante il periodo avanzato e la presenza di un soleggiamento non più così debole che caratterizza il periodo di marzo.
Se vogliamo risalire all’origine dell’intero episodio freddo e nevoso si deve andare alla serata di domenica 27 febbraio: una massa d’aria molto fredda infatti entra da est nord-est originando un temporaneo peggioramento del tempo sulle regioni orientali e il versante padano ma soprattutto introducendo sul nostro paese una massa d’aria molto fredda per il periodo. Le giornate di lunedì e martedì poi sono trascorse all’insegna di un freddo molto intenso su tutto il nord Italia, con valori di temperatura per marzo record a Piacenza, Bologna, Forlì e Verona e assi vicini ai record a Milano, Torino e nella stessa Genova.
Su Genova l’arrivo dell’aria fredda si è manifestato inizialmente soprattutto in quota senza grosse ripercussioni delle temperature al suolo. Nel corso della serata-nottata di lunedì in Val Padana fa il suo ingresso la parte più consistente ed intensa dell’aria fredda ed i venti a componente orientale si placano consentendo al freddo di depositarsi anche verso il suolo. Le temperature alla quota isobarica di 850hpa nella mattinata di martedì scendono sino a -14°C e il calo termico si fa sensibile ovunque. Genova registra una minima di -2°C con cielo sereno e vento debole settentrionale. La giornata più fredda in città è stata senza dubbio quella di martedì. Un nuovo rinforzo della ventilazione settentrionale impedisce alla temperatura di salire nonostante il sole pieno per tutta la giornata ed il periodo avanzato, alla fine la massima risulterà essere di soli 3°C.
Mercoledì 2 marzo è la giornata che annuncia la “svolta” con l’arrivo previsto entro sera di un fronte caldo pilotato da una depressione centrata sulla Francia. Sulla Pianura Padana il gran freddo dei due giorni precedenti ha creato un corposo cuscinetto freddo, frutto soprattutto delle nottate serene e delle temperature molto fredde in quota. Tuttavia nella giornata di mercoledì l’arrivo della fase prefrontale, che annuncia l’ingresso della perturbazione vera e propria, determina sul capoluogo ligure, ma un po’ su tutti i settori costieri, una temporanea rotazione dei venti dai quadranti meridionali. Questa rotazione comporta un aumento termico abbastanza evidente rispetto alla giornata precedente. L’attenuazione del vento e la sua contemporanea rotazione da SE fa aumentare le temperature specie al pomeriggio sino ad un valore di circa 5 o 6°C, a seconda dei quartieri.
Le prime nubi relative al prefrontale interessano la costa a partire dal tardo pomeriggio-sera, andando rapidamente a coprire il cielo. In questa fase permane una debole componente meridionale dei venti che impedisce il calo delle temperature al suolo che rimangono attestate ad un valore medio di 5°C anche durante la serata. Ad occhio inesperto nulla avrebbe fatto presagire quello che di lì a poche ore sarebbe successo in città, come in molte altre zone della costa ligure.
Appena al di là dello spartiacque infatti, il cuscinetto molto freddo specie nella bassa pianura dove le temperature anche di giorno erano sempre state sul filo dello zero, non attendeva altro che scivolare su di Genova grazie all’attivazione della cosiddetta “tramontana scura”. La temperatura resta inchiodata a 5°C sino alla prima parte della nottata quando all’arrivo delle prime precipitazioni si innesca subito una debole componente settentrionale sulla città, a partire dai quartieri più a ponente. Come era prevedibile le prime precipitazioni sono state sotto forma di pioggia, un po’ per l’assenza nella primissima fase della tramontana scura, un po’ per il riscaldamento nei bassi strati operato dal prefrontale attivo sino a pochissimo tempo prima.
Verso le 3 di notte i primi fiocchi si affacciano anche sul centro città, mentre nei quartieri più nell’entroterra nevicava copiosamente già da un’oretta. All’inizio dell’evento la temperatura nei bassi strati non era ottimale ed in centro città i valori si aggiravano attorno ai 3°C, con neve ancora bagnata e che spesso si alternava alla pioggia. Solo mezz’oretta più tardi l’ulteriore calo termico consentito dalla tramontana che via via diveniva più tesa ha permesso alla temperatura di scendere sotto i 2°C e alla pioggia di trasformarsi completamente in neve.
Come di sovente accade in questi casi, la prima fase della nevicata vede scarsi accumuli sulle strade e la neve tende a posarsi prima sulle automobili che rapidamente si velano di bianco. Poche decine di minuti e la temperatura cala di quel mezzo grado sufficiente a consentire la formazione della classica “poltiglia” sulle strade, che di norma precede di poco l’accumulo vero e proprio. Sono circa le 4.30 quando la temperatura nella zona di San Fruttuoso, poco distante dal centro città, cala sino a mezzo grado sopra lo zero grazie all’intensificazione della precipitazione e alla persistenza della tramontana ancora moderata. La visibilità si riduce drasticamente e la neve cade generosa attecchendo ovunque, comprese le strade.
Nel giro di un’oretta e mezza di precipitazione, si accumulano al suolo alcuni centimetri e la nevicata tende ad attenuarsi parzialmente. Ma la parte più intensa ancora doveva arrivare! Mappe e modelli davano il passaggio del nucleo di vorticità più intenso tra la prima mattinata e il mezzogiorno e solo nel pomeriggio i fenomeni si sarebbero attenuati. Alle sei del primo mattino, come prevedibile la nevicata riprende intensità e la temperatura va sino a mezzo grado sotto lo zero. La nevicata si fa furiosa e gli accumuli salgono a vista d’occhio.