L’irruzione di aria artica è stata dirompente anche in Liguria. Se nelle ultime settimane avevano prevalso le correnti miti e umide meridionali, dalla giornata di domenica sono tornati i venti secchi di tramontana.
Durante la notte tra domenica e lunedì i venti da nord hanno soffiato in maniera tempestosa, con raffiche oltre i 100 km/h a Genova, e burrasche su tutto il Mar Ligure. Numerosi i danni arrecati in città, ed anche in altre zone della Riviera: strage di scooter, alberi abbattuti, tegole divelte dai tetti, il solito corollario annesso alle tempeste di vento.
Nel corso della giornata il vento è andato via via calando per l’allontanamento del vortice di bassa pressione verso il Sud Italia, ma l’ampia circolazione ciclonica presente sul Mediterraneo centrale (goccia fredda) unita ad una rimonta dell’alta pressione oceanica a nord delle Alpi, ha ricreato le condizioni bariche per una riattivazione, questa notte, della tramontana.
Tra la notte e questa mattina le raffiche di tramontana su Genova hanno raggiunto i 70 km/h e al contrario di ieri notte, la tramontana odierna, sul capoluogo, ha una parziale componente da travaso padano: lo si può osservare, ad esempio, dall’analisi delle temperature, ieri uniformi un po’ su tutta la costa ligure, oggi inferiori su Genova, soprattutto in Val Polcevera, Val Bisagno e tra Voltri e Pra, dove le temperature oscillano attorno ai 17 gradi, ma si portano a 18 gradi in centro città e si arriva a punte di 20/21 gradi a Pegli e Nervi (nella foto dalla webcam di turbolic1.altervista.org, il Golfo Paradiso tra Nervi e Camogli), quartieri più protetti dai venti di tramontana.
Anche sul resto della costa ligure le temperature oscillano tra i 20 e i 22 gradi, esclusa la zona di Savona, esposta come Genova ai flussi di matrice padana, rimanendo ovunque abbondantemente sopra le medie del periodo.
I prossimi giorni la Liguria continuerà ad essere esposta ai flussi settentrionali, poi venerdì è attesa una seconda irruzione artica. Quali gli effetti? Sebbene ci sia ancora una certa incertezza sulla sua esatta traiettoria, questa seconda irruzione dovrebbe portare ad un considerevole calo termico almeno per un paio di giorni, e forse alle prime nevicate sulle zone montane.