La prevista ondata di maltempo, che si sta già scatenando su parte del Nord Italia, sembrava far paura più per le piogge incessanti destinate a persistere per giorni, piuttosto che per l’eventualità di nuovi nubifragi terrificanti come quello che, appena 10 giorni fa, aveva sconvolto un’ampia zona del Levante Ligure. Alla fine invece i timori annunciati nell’articolo di ieri (https://www.meteogiornale.it/notizia/21748-1-inizia-a-piovere-liguria-vive-nel-terrore-rischio-alluvione) si sono rivelati purtroppo pienamente fondati: alcune elaborazioni modellistiche indicavano la possibilità di “bombe d’acqua” su coste ed immediato entroterra ligure proprio a ridosso del capoluogo ligure. Incredibili bombe d’acqua che seguono quelle che, appena 24 ore fa, avevano massacrato la regione meridionale francese del Languedoc-Roussillon.
Non è mai possibile localizzare con estrema precisione la zona dove poi si verificano questi nubifragi killer: possiamo comunque dire che il nostro modello ad alta risoluzione MTG-LAM aveva individuato proprio Genova nel mirino d’intense precipitazioni e così è stato, anche se poi la pioggia caduta è stata ben superiore rispetto alla stime modellistiche. Pur trattandosi di una dinamica differente da quella che 10 giorni fa ha causato il disastro delle Cinque Terre, anche in quest’occasione è stato un micidiale temporale a V (la forma che si può osservare sia dal Satellite che dai radar delle precipitazioni) a scatenare la caduta di una tale impressionante quantità d’acqua.
La struttura temporalesca si è continuamente alimentata per diverse ore dal mare, trovando nell’orografia un alleato congeniale per esaltare i suoi effetti proprio sulle aree collinari immediatamente alle spalle di Genova. Il cluster convettivo è stato tenuto in vita da una parziale convergenza fra il sostegno sciroccale (alto contenuto d’aria molto umida nei bassi strati d’estrazione sub-tropicale) e refoli di Tramontana che confluivano dalle vallate appenniniche. La lentissima evoluzione e la rigenerazione continua hanno fatto la differenza, con il temporale che non ha perso granché energia nella sua lenta propagazione dalle zone orientali di Genova verso il cuore della città e l’immediato entroterra.