Gran parte dell’Italia è ancora inglobata all’interno di una spirale perturbata, ma per fortuna si va gradualmente colmando grazie all’evidente rimonta anticiclonica in arrivo dalla Penisola Iberica e dal Mediterraneo Occidentale, mai così opportuna visto che sarà in grado di deviare più a nord la nuova perturbazione atlantica, osservabile tra la Francia e le Isole Britanniche, generata dal Vortice d’Islanda.
Le cause del maltempo così acuto derivano soprattutto dalla lentezza del vortice perturbato giunto dalla Francia, che ha così esposto alcune nostre regioni all’afflusso di masse d’aria tiepide ed umide nord-africane, le quali hanno inevitabilmente favorito la genesi di enormi celle temporalesche, purtroppo in qualche caso risultate così nocive per la loro stazionarietà e continua rigenerazione.
Come mai il fronte perturbato non ha potuto transitare celermente verso levante? La causa va ricondotta al blocco anticiclonico, tuttora ben presente sul comparto orientale dell’Europa, che tiene bloccato sull’Italia l’ammasso perturbato, che fortunatamente sta perdendo velocemente consistenza, non prima di aver causato qualche temporale di un certo rilievo sul Sud Italia. Nel frattempo, la stessa area anticiclonica continentale sta facendo affluire masse d’aria abbastanza fredda d’estrazione artica verso la Rusia, l’Ucraina e la Bielorussia, ove è in atto il primo serio calo termico della stagione.
Non bastava il violento nubifragio che ha sconvolto ieri l’area immediatamente ad ovest di Genova (caduti la bellezza di oltre 400 millimetri in meno di 6 ore sulle alture di Sestri Ponente) , in quanto altre zone del nostro Paese hanno subito quest’oggi la furia di intensi temporali. Nella notte il clou del maltempo si è concentrato in Toscana, con punte di oltre 100 millimetri sulle colline di Prato, ma anche in alcuni settori del pisano e del pistoiese. In mattinata il fulcro perturbato si è poi spostato fra l’Alto Lazio e l’Umbria: intensi nubifragi temporaleschi hanno violentemente colpito il viterbese (misurati circa 130 mm ad Orte), per poi spingersi sull’entroterra fino a raggiungere il Ternano (Umbria).
La cella temporalesca ha proseguito poi la sua corsa attenuata verso le regioni adriatiche (Marche ed Abruzzo), mentre sono state risparmiate dai fenomeni più importanti altre zone come la Capitale, non però il frusinate ove stanno continuando a generarsi corpi temporaleschi anche nelle ultime ore. Se le regioni centrali sono state penalizzate dal passaggio del ramo freddo della perturbazione, le aree del Nord-Est hanno subito l’azione di piogge continue e localmente consistenti per via della ritornante occlusa del fronte: i maggiori fenomeni si sono avuti sul Friuli Venezia Giulia, soprattutto in corrispondenza dei rilievi montuosi ove i venti meridionali hanno addensato maggiormente il tappeto nubi (effetto stau), scaricando punte di oltre 200 mm sulla zona del Piancavallo. Lo stesso scirocco, soffiando con forza lungo l’Adriatico, ha favorito il primo significativo episodio stagionale d’acqua alta sulla Laguna Veneta.