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Estremizzazione del clima o dell’informazione?

di Massimo Aceti
28 Ago 2013 - 16:40
in Senza categoria
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Un enorme cumulonembo con incudine alla sua sommità, che probabilmente da qualche parte avrà scatenato un forte temporale. Non è una novità di quest'anno, la foto è del 2011, di Stefano Zerauschek, di cui vi consigliamo l'album fotografico su flickr www.flickr.com/photos/22873479@N08/
Piove governo ladro. Un tempo si diceva così, ma oggi il governo, per i più, è ladro anche con il sole, per cui bisogna cambiare detto. Piove clima tropicale? A leggere certi, a mio parere, pessimi articoli pubblicati su alcuni giornali (un esempio su tutti, ma non l’unico, La Repubblica), sembrerebbe che sia questo il nuovo tormentone.

O per meglio dire, qualsiasi cosa succeda, che piova, che ci sia il sole, che ci sia una primavera fredda, oppure quasi estiva, che l’autunno arrivi in anticipo, oppure che ritardi, che in inverno nevichi, oppure che non lo faccia, c’è sempre qualcosa di “troppo”, e in ogni modo sarà sempre colpa dell'”estremizzazione del clima”, della “tropicalizzazione del clima”, dei “cambiamenti climatici”, mai che sia semplicemente così, perché i fenomeni meteorologici sono parte integrante della parte gassosa del nostro pianeta, altrimenti nota come atmosfera.

Ci chiediamo se questa estate avesse partorito fenomeni davvero estremi, di quelli con tempi di ritorno ultradecennali o secolari, cosa si sarebbe scritto? Perché, se escludiamo il nubifragio di Siracusa (per altro quasi mai citato dai media), per il resto siamo al cospetto di eventi che, visti nel loro insieme, rappresentano la piena normalità stagionale, quella che anzi si era persa recentemente per un’estensione troppo prolungata dell’estate.

Ma ecco un lettore non troppo bene informato, o meglio secondo il mio parere, disinformato, cosa potrebbe obiettare e come si potrebbe rispondergli.

Le trombe marine davanti ai litorali? – E’ naturale che compaiano durante i periodi di forte instabilità atmosferica, e se questi periodi si prolungano non c’è nulla di strano che compaiano più di una volta nel giro di pochi giorni. E con gli smartphone si possono documentare molto più facilmente di una volta!

I temporali? – In estate è così, il calore facilita i moti convettivi, il passaggio anche di deboli cavi d’onda esalta l’instabilità e sviluppa il temporale. E’ così, più o meno da sempre.

Ma non piove troppo durante i temporali? – La distribuzione delle piogge temporalesche è sempre stata disomogenea, per una zona fortemente colpita ve ne sarà un’altra saltata. Non è una novità di quest’anno e nemmeno degli ultimi 10.

Sì, ma non ha piovuto per un mese e mezzo, davvero troppo! – E’ normale nel clima mediterraneo, consultare un manuale di climatologia, prego.

E la primavera fredda? – Non capitava da tanti anni, prima o poi doveva farlo. In passato capitava molto più spesso e nessuno ci trovava particolari stramberie. Era più strambo avere l’estate a maggio, o addirittura aprile come capitato in anni recenti.

Ah beh, ma la metro di Roma si è allagata due volte in una settimana! – Forse più che a Giove Pluvio (o alla tropicalizzazione del clima) bisogna chiedere conto a chi l’ha progettata.

No, è che a Roma questa estate ha piovuto troppo! – (ma non era stata troppo secca?) Sì, ha piovuto più della media, d’altronde la media è fatta da estremi opposti. Ha piovuto molto ma come nel 2002, cioè erano solo 11 anni che non pioveva così tanto, non 110!

E va bene, ma avete visto cosa è successo a Genova, la grandine e 86 mm di pioggia in un’ora! – Una grandinata che non ha comunque raggiunto l’intensità di quella del 2006, e una serie di temporali come tante altre volte si sono visti tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. A Genova 86 mm di pioggia non sono certo un record!

Eh, ma è caduta persino grandine di 2 cm di diametro! – 2 cm sono niente, nelle grandinate devastanti i chicchi possono anche raggiungere i 10 cm di diametro, e non sono rare grandinate con chicchi di 4-5 cm. Una cosa è vera, quest’anno in Italia ha grandinato un po’ di più rispetto agli anni del (molto) recente passato.

Comunque ci sono troppi fulmini! – C’è un bell’articolo sul Corriere (in parte ripreso da un editoriale su meteogiornale), questa volta ben documentato e senza “troppi” sensazionalismi, in cui si spiega che i fulmini sono studiati con sistemi di rilevamento soltanto da una ventina d’anni, che la loro frequenza è ciclica e negli ultimi anni in lieve ribasso, ma che si stanno concentrando in un minor numero di temporali. Poi l’esperta intervistata si lascia andare a qualche commento non pienamente inerente a questo campo di studi (i fulmini appunto), ma almeno usando i condizionali.

Quindi è tutto normale? – Non necessariamente. La climatologia è una scienza giovane, oggi non è in grado di fornirci tutte le risposte che vorremmo, non è in grado di dirci con sicurezza quale sia il trend di fondo dei fenomeni estremi, ci sono solo ipotesi, supposizioni, tutt’al più indizi che un clima più caldo (e questa è l’unica evidenza conclamata) possa determinare l’estremizzazione dei fenomeni meteo, supposizioni che sono coerenti con le leggi fisiche, ma che potrebbero non esserlo con la realtà dei fatti.

Il clima dunque non si sta estremizzando? – Questo punto è ancora oggetto di discussione scientifica, qualche indizio sull’aumento nella frequenza o nella potenza di taluni eventi atmosferici c’è, ma certamente non sarà un temporale di fine estate, una tromba d’aria sul litorale laziale, o la metro di Roma allagata, a fornirci la risposta a questa domanda. Questi “super” eventi, così enfatizzati e fatti passare come l’indice evidente dell’estremizzazione climatica, sono “super” più che altro perché figli dell’estremizzazione dell’informazione mediatica.

Meno male comunque che l’estate è finita e i nubifragi non verranno più! – Non ci giurerei! Su gran parte d’Italia la stagione più a rischio per forti temporali, nubifragi ed alluvioni non è l’estate ma l’autunno! Settembre, ottobre e novembre sono i mesi in cui si sono concentrate nel passato la maggior parte delle alluvioni che hanno colpito l’Italia, non di rado come prodotto di temporali localizzati e stazionari in grado di scaricare quantità di pioggia immense in poco tempo (ben oltre 86 mm!).

Accadrà anche quest’anno? Non avendo la palla di cristallo non lo sappiamo, ma si spera di no. Dovesse accadere però, sappiamo già come verrà presentata la notizia. Perché nei metodi di comunicazione del nuovo millennio, instillare un dubbio, magari usando quei bei modi condizionale e congiuntivo che l’italiano consente, non è più contemplato, bisogna fornire certezze, che poi siano inventate poco importa.

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