Un assaggio in tal senso lo abbiamo già avuto. I violentissimi temporali degli ultimi giorni, spesso veri e propri nubifragi, suggeriscono il passaggio di testimone tra l’estate e l’autunno. Nell’ultimo decennio, inutile negarlo, la manifestazioni atmosferiche estreme sono cresciute esponenzialmente e inevitabilmente sono emerse tutte le fragilità idrogeologiche dei nostri territori.
Che sia colpa dei cambiamenti climatici o di una ciclicità climatica naturale, poco importa. Quel che importa è che l’enorme energia potenziale immagazzinata nel Mediterraneo (frutto di estati sempre più calde o di lunghi periodi di caldo anomalo) è come una bomba a orologeria: pochi sbuffi d’aria fresca sono sufficienti a scatenare il finimondo.
Ma perché scriviamo ciò? Beh, perché nel prossimo mese e mezzo (prima che le acque mediterranee perdano il calore in eccesso) non mancheranno occasioni per “pericolose” fasi di maltempo. La prima – ovviamente la speranza è che non sia così – potrebbe realizzarsi a cavallo tra venerdì 30 settembre e il 1° weekend di ottobre. Aria fresca oceanica si insinuerà tra nord Africa e Spagna meridionale, strutturando un grosso Vortice Ciclonico. La Depressione potrebbe scagliarci addosso temporali pre-frontali auto rigeneranti, in grado di scaricare al suolo ingentissime quantità di pioggia. Tra le regioni a rischio segnaliamo soprattutto la Sardegna, a seguire Sicilia e medio alto versante tirrenico.
Sarebbe un primo esempio, o meglio, una prima conferma di quel che si è scritto. E occhio a un altro aspetto: nella prima decade d’ottobre potrebbe ripresentarsi il caldo anomalo. Se così fosse si creerebbe un ulteriore surplus energetico che ai primi sbuffi d’aria fresca (più si andrà avanti in stagione e più saranno freschi) potrebbero riprodurre strutture cicloniche da far drizzare i capelli. Occhi aperti, quindi, perché l’autunno si prepara a dar battaglia.