Il Servizio Meteorologico prevedeva la massima intensità dei fenomeni su Piemonte e Lombardia più esposte a tali situazioni; la corrente fredda raggiunge invece la pianura Emiliana scontrandosi con aria estremamente calda; nel primo pomeriggio del 30 una intensa supercella (secondo quanto indicato dall’Istituto di Geofisica dell’Università di Modena e Reggio), cresce rapidamente portandosi da Parma velocemente verso Bologna, seguendo l’asse della Via Emilia, ed assumendo la massima intensità attraversando le città di Reggio e Modena con danni più rilevanti in una fascia larga circa 4 Km ed estesa dal torrente Enza, che segna il confine provinciale tra Reggio Emilia e Parma, fino a Bologna.
A Reggio Emilia la tempesta si scatena all’improvviso alle 15.30, quando il tempo afoso e la grigia foschia lasciano improvvisamente il posto a nubi nerissime provenienti da ovest: per 15 minuti il vento stimato ben oltre i 100 Km/h e la grandine con chicchi di 7 cm di diametro flagellano la zona seminando distruzione da S.Ilario a Rubiera, risparmiando completamente le zone sia più a sud che più a a nord della Via Emilia.
Con la medesima rapidità con cui era arrivato il furioso temporale, lascia spazio al sole lasciandosi dietro 30 feriti, alberi secolari abbattuti, strade interrotte per ore, edifici scoperchiati, veicoli gravemente danneggiati e raccolti distrutti.
Dati ufficiali rilevati in località Marzaglia al confine tra le province di Modena e Reggio dall’Istituto di Geofisica dell’ Università:
salto termico prima e dopo l’evento da +31.6 a +18.7
precipitazioni 24.4 mm
massima intensità del vento 119 km/h
Altre fonti di informazioni:
archivio dati personale
Gazzetta di Reggio 01/07/98