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La “major windstorm” in Scozia del 28 gennaio 2002

di Giovanni Staiano
05 Giu 2011 - 09:15
in Senza categoria
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Nella mappa UKMO (fonte www.weathercharts.org), riferita alle 0 GMT del 28 gennaio 2002, la profonda depressione, con minimo 952 hpa, si avvicina alle Isole Britanniche. 12 ore dopo transiterà, con minimo di pressione risalito a 964 hpa ma formidabile gradiente barico, appena a nord della Scozia settentrionale, scatenando venti fortissimi.
Gennaio è statisticamente il mese più ventoso dell’anno in Regno Unito ed è un mese in cui hanno luogo molte delle tempeste di vento più violente. Il 44% delle “major windstorms” si verifica infatti in questo mese. Fra le tempeste più terribili degli ultimi decenni, quella del 28 gennaio 2002, quando una profonda depressione transitò appena a nord della Scozia con il suo minimo di 964 hpa, prima di passare proprio sopra le “Northern Isles”, ovvero Orcadi e Shetland. Raffiche violentissime da ovest investirono in particolare il nord della Scozia durante la mattinata di quel giorno. Una volta transitato il minimo, vi fu un repentino aumento della pressione, che salì di oltre 20 hpa in poche ore nel pomeriggio.

Il gradiente barico di quel giorno era impressionante. A Londra/Heathrow il 28 gennaio la pressione toccò un valore minimo di 1005 hpa alle 3.20 e alle 12 era a 1013 hpa. A Glasgow il minimo fu 984 hpa tra le 6 e le 9 del mattino, alle 12 il barometro era salito a 987 hpa e alle 22 a 1007 hpa, mentre le raffiche di vento nel primo pomeriggio toccarono i 115 km/h. Wick, nel nordest della Scozia, scese a 967 hpa, rimanendo a questo valore di pressione tra le 10 e le 12, per risalire a 990 hpa già alle 17. La depressione aveva raggiunto un valore di pressione ancora più basso prima di raggiungere le Isole Britanniche, alle 0 GMT il minimo era infatti posizionato a nordovest dell’Irlanda, con un valore di pressione di 952 hpa.

Le velocità delle raffiche più intense raggiunsero valori elevatissimi in montagna, sulle Highlands. Al Cairngorm (m 1245) intorno a mezzogiorno si toccarono i 227 km/h, ad Aonach Mor (m 1130) i 209 km/h, sulla vetta del Ben Nevis (m 1343) i 193 km/h. Più in basso, a Glen Ogle (m 564) si registrò una raffica massima di 198 km/h, la più intensa da quanto la stazione era stata installata (1996). Molto meno intenso, ma comunque notevole, il vento a bassa quota. Oltre al già citato valore di Glasgow, da segnalare i 137 km/h di Barra, i 133 di South Uist Range e i 132 di Stornoway e Edimburgo/Gogarbank, il valore più elevato sino ad allora misurato dalla stazione, installata peraltro solo 3 anni prima. Sul Tay Bridge, fu registrata una raffica di 159 km/h.

Nel nord della Gran Bretagna, 7 persone morirono a causa della tempesta, in gran parte travolte da autocarri letteralmente strappati via dalla forza del vento. Le ferrovie sospesero tutti i collegamenti in Scozia. In Ulster, 35000 utenze domestiche rimasero senza energia elettrica, in Scozia 40000 abitazioni subirono la stessa sorte, soprattutto nelle Isole Occidentali e nell’Argyll.

La tempesta interessò, tra il pomeriggio del 28 gennaio e la notte seguente, anche altri paesi del centro-nord Europa. In Germania vi furono 3 morti, altre 8 persone perirono tra Danimarca, Polonia e Repubbliche Baltiche. In Danimarca, le raffiche toccarono i 137 km/h a Frederikshavn e i 124 ad Aalborg. In Germania, si registrarono 151 km/h a Leichtturm Kiel, 144 a Leichtturm Alte Weser.

In quello stesso 28 gennaio il nostro paese e tutto il Mediterraneo centro-occidentale erano sotto l’influenza di un potente anticiclone di matrice subtropicale, con valori di pressione fino a oltre 1030 hpa e isoterme molto elevate per il periodo, con la +12°C a 850 hpa che abbracciava gran parte dell’Italia centrale e la +8°C sull’arco alpino.

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