Gli ultimi inverni degli anni Settanta negli Stati Uniti fuono eccezionalmente freddi e nevosi, specie nella parte orientale del Paese. C’era chi gridava all’inizio di una nuova era glaciale e considerazioni del genere trovavano una giustificazione negli eventi che si rincorrevano anno dopo anno: la neve ed il gelo sul finire degli anni ’70 si spinsero più volte fino alla punta sud della Florida, investendo persino la notoriamente tropicale Miami. A Boston una spaventosa tormenta di neve avvenuta nel mese di marzo accumulò 60 cm. di neve in poche ore con venti ad oltre 150 km/h. Questi sono solo alcuni degli scherzi del freddo e della neve in quegli anni.
Ma sicuramente l’evento più clamoroso è costituito dalla tempesta che seppellì Buffalo nel 1977. La città si trova sull’estremità est del Lago Erie ed è rinomata per le abbondanti nevicate invernali, in quanto i venti freddi dal Canada passando sopra la superficie del lago creano veri e propri muri di neve che s’impattano sulla costa (tale fenomeno è conosciuto come Lake Effect Snow). L’inverno 1976/77 mise però a dura prova la resistenza degli abitanti di Buffalo, pur abituati ai rigori invernali. Il 28 gennaio nevicava ormai da 40 giorni e la città era ricoperta da 90 cm. di neve. Proprio allora un vasto e profondo centro di bassa pressione sospinse sulla regione dei venti gelidi e carichi di neve dal Canada, che accompagnarono una bufera senza precedenti. Il vento salì fino a raggiungere i 110 km/h. mentre la visibilità crollò a zero per i fiocchi bianchi e la neve polverizzata sollevata dal Lago Erie ghiacciato.
La bufera, seppur annunciata, colse tutti alla sprovvista e 17.000 persone rimasero intrappolate negli uffici del centro, mentre ancora più abitanti rimasero bloccati nelle fabbriche e nei grandi magazzini. Nel giro di 4 ore tutta la circolazione cittadina era interrotta. Il secondo giorno di tempesta delle squadre di volontari si attrezzarono per fronteggiare una situazione ormai disperata: c’erano ancora moltissimi automobilisti intrappolati nelle loro auto e decine di persone isolate in rifugi di fortuna. I venti furiosi fischiarono per altri 3 giorni, continuando a sospingere la neve sulla città: alla fine l’altezza media della coltre bianca raggiungeva gli 1,2 metri ma vere e proprie montagne arrivavano a toccare i 9 metri dove la neve era stata ammassata dal vento.
Ci vollero due settimane per liberare dalla neve la città e far tornare una parvenza di normalità a Buffalo, ma la città aveva già pagato un pesante tributo in termini di danni e vite umane: i morti furono 29 (9 congelati nelle loro auto) e i danni salirono a 250 milioni di dollari. La zona fu dichiarata sinistrata dal Governo Americano, e fu la prima volta che un provvedimento del genere venne preso in seguito a una tempesta di neve!