Nella prima parte abbiamo raccontato della “rinascita” del centro di Vernazza, che ha avuto una accelerazione nel weekend del 2 giugno, con l’apertura fondamentale del primo negozio di alimentari e del Panificio.
Sopra la stazione, però, è un altro mondo. I lavori di sistemazione delle case alla Fontanavecchia procedono ma a rilento, pochissime sono tornate ad essere abitate, la strada è precaria e pericolosa (priva delle protezioni, portate via dall’alluvione, stante anche la scarsità di parcheggio oggi più che mai a Vernazza è a mio avviso opportuno non arrivare in auto), la polvere domina incontrastata, solo le frane più pericolose per il paese sono state messe in sicurezza. In centro i privati hanno messo tanto del loro per rimettere in esercizio le loro attività e anche il Comune ha dato giustamente priorità a rendere presentabile il paese “turistico” per potere accogliere i turisti e far ripartire l’economia, più su l’intervento pubblico è nettamente prevalente e la scarsità di fondi rallenta i lavori. Ci vorrà tempo, forse solo all’inizio della prossima stagione si potrà dichiarare la definitiva uscita dal tunnel.
In pratica abbiamo “due Vernazza”, quella ripulita e ormai vitalissima dei negozi e dei ristoranti e quella triste e polverosa del canale a monte della stazione. Anche sopra la stazione è stata comunque ripristinata da 2-3 settimane l’acqua potabile, mentre la rete del gas è ancora in fase di ripristino, con residenti e ristoranti costretti ad arrangiarsi con le bombole. Probabilmente entro la fine dell’estate verrà ripristinato il “bombolone” del GPL e il prossimo inverno i vernazzesi potranno riscaldarsi normalmente. L’inverno scorso i pochi cittadini presenti, che hanno dovuto sopportare due settimane (le prime di febbraio) di freddo veramente record rispetto allo standard della Riviera di Levante, si sono affidati più alle stufette elettriche che alle bombole, la cui vita diventa molto breve se utilizzate per il riscaldamento.
E “due Vernazza” le abbiamo anche sul mare. Infatti il ben noto mare di Vernazza, il caratteristico porticciolo con la sua micro-spiaggia, ha recuperato quasi del tutto il suo aspetto immortalato in milioni di immagini, con la rimozione, avvenuta tra il 20 aprile e il 20 maggio circa, di una quantità immensa di detriti e finalmente il ritorno della linea di spiaggia a come era prima del 25 ottobre. Resta ancora qualche accumulo di ciottoli e detriti in qualche tratto della passeggiata sul mare, sotto la Chiesa di Santa Margherita, restano anche un paio di spiaggette nuove dove prima c’era solo scoglio, resta ancora un fondale che non ha recuperato la trasparenza pre-alluvione, malgrado un dragaggio sia stato fatto evidentemente ci sono ancora molti sedimenti depositati sul fondo.
Eccoci alla “seconda” Vernazza marina. Il materiale rimosso dal porticciolo è stato spostato nella “nuova” spiaggia, formatasi con i detriti dell’alluvione all’uscita del tunnel che fa da foce al Vernazzola (dal paese vi si accede, con difficoltà, dall’ex Ponte della Madonnina) e già “cresciuta” trasportandovi gran parte dei detriti rimossi nei mesi scorsi dalle strade e dai fondi del paese (anche se la grande mareggiata del 16 dicembre si portò via una grande quantità di materiale). Ora i detriti dell’alluvione potrebbero trasformarsi in una opportunità. L’arenile ha assunto infatti dimensioni ragguardevoli, una spiaggia ampia che in quel punto non si vedeva dagli anni Settanta, quando il mare cominciò a “mangiarsi” la spiaggia formata con il materiale rimosso nella costruzione, nei primi anni ’60, del secondo binario della ferrovia Genova-La Spezia. A rendere possibile il riutilizzo del materiale è stato anche il lavoro svolto dal dipartimento spezzino di Arpal, che ha sorvegliato la fase di divisione dei diversi materiali: ciottoli, metallo, legno e immondizia. Le analisi dell’Arpal sono state fatte in laboratorio e sul posto e l’unico inquinamento che è emerso è stato quello derivante dalla pulizia dei fondi e delle cantine, avvenuta qualche tempo dopo l’alluvione. La nuova spiaggia è tuttavia ancora da bonificare e, viste le dimensioni, non sarà neppure un lavoro da poco, anche se non manca chi, a suo rischio, vi scende a prendere il sole e qualcuno fa anche il bagno.
Due degli architetti più famosi del mondo cureranno il “restyling” di Vernazza dopo la tragica alluvione, il genovese Renzo Piano e il londinese Richard Rogers che torneranno a lavorare assieme dopo quarant’anni. Infatti nel 1971 vinsero il concorso del “Centro Georges Pompidou” di Parigi per il loro capolavoro meglio conosciuto come il “Beaubourg”. I due architetti sabato 2 giugno erano nel borgo marinaro per prendere le misure per il progetto. La loro visita l’hanno così commentata “Vernazza mostrerà al mondo la sua bellezza di paese semplice, di borgo naturale e marinaro”. Renzo Piano, scherzando, ha detto di essere il “geometra di Rogers” ed è rimasto favorevolmente colpito dalla rinascita di Vernazza, esprimendo così i suoi complimenti ai vernazzesi “Avevo visto il paese delle Cinqueterre in televisione, sepolto dal fango… bravi!!”. I due architetti lavoreranno al progetto e regaleranno la progettazione per la pavimentazione del centro, per il ripristino del verde pubblico, dell’illuminazione e dell’arredo urbano indicando i colori per le facciate delle case che sono su Piazza Marconi.
Un reportage fotografico è dsponibile sul nostro forum a forum.meteogiornale.it/showthread.php?t=68135