Era la mattina del 22 dicembre 2009, e i genovesi che si preparavano ad uscire di casa, avrebbero trovato di lì a poco una brutta sorpresa.
Cadeva la pioggia, insieme ad un vento freddo, molto freddo, tanto da tenere la temperatura sotto gli zero gradi. In alcune zone della città aveva iniziato a ghiacciare già la sera del 21, ma nessuno poteva pensare che al termine della notte tutta o quasi la città sarebbe stata coperta da una sottile pellicola di ghiaccio.
Strade, marciapiedi, scalinate, ringhiere, tutto era coperto dal ghiaccio.
Il fenomeno è noto e non è nemmeno troppo raro, si chiama gelicidio e si verifica quando la pioggia incontrando un sottile strato d’aria più fredda nei pressi del suolo, ghiaccia all’istante una volta giunta a terra. E’ un fenomeno ben noto in Pianura Padana ed anche nelle vallate interne della Liguria, ma a Genova e sulla costa ligure è una vera rarità.
Il gelicidio è un fenomeno pericoloso ovunque, ma assume caratteristiche ancor più infide in una città in cui praticamente non c’è una strada pianeggiante, rendendo problematico anche raggiungere la propria abitazione, come è dimostrato in questo video.
Si narra che negli anni ’40 del XX secolo ve ne sia stato uno simile, o più tardi negli anni ’80. Ma quello che si verificò a metà degli anni ’80 non ebbe né la durata né la diffusione di quello del 2009, e il ghiaccio sulle strade si formò successivamente alla caduta della pioggia.
Quel 22 dicembre del 2009, una buona fetta di Genova rimase sotto scacco del ghiaccio per quasi 24 ore!
Ma quali furono le cause? Si veniva da un periodo molto freddo, un flusso retrogrado di correnti gelide dalla Russia irruppe sull’Europa occidentale e già il giorno 18 a Genova si verificò la prima temperatura minima sotto gli zero gradi e una breve e leggera nevicata. Il flusso freddo diede origine ad una depressione sul Mediterraneo che causò diffuse nevicate sul Centro-Nord Italia.
Nel frattempo in Atlantico l’azione combinata di due depressioni, una sulle Isole Britanniche, l’altra al largo del Portogallo, cominciava a richiamare aria più calda dal Nord Africa.
Ed è così che il flusso caldo da sud-ovest tra il 21 e il 22 dicembre è andato in sovrascorrimento sull’aria fredda che su Genova veniva risucchiata dalla Val Padana, aria fredda responsabile del sottile strato di inversione termica nei pressi del suolo.
In queste situazioni di solito a Genova nevica, ma in questo caso il richiamo caldo in quota era troppo intenso, causando la fusione dei fiocchi di neve nello strato d’aria soprastante quello d’inversione.
Quando il flusso caldo ebbe finalmente la meglio su quello freddo anche al suolo, la temperatura schizzò rapidamente in alto. Già nel pomeriggio del 22 si portò sopra gli zero gradi, confinando la pioggia congelante solo in alcune enclave più fredde di Genova, e nel pomeriggio successivo arrivò a 14 gradi!
Quest’evento fu il più eclatante di una stagione che passò su Genova praticamente senza nevicate – a parte il debole e brevissimo episodio del 18 dicembre -, pur in un inverno che risultò essere mediamente il più freddo dal 1962/63, con una esagerata frequenza di venti di tramontana e di temperature massime sotto i 10 gradi, ma anche senza altre gelate oltre alle cinque consecutive di dicembre.
Negli anni successivi il gelicidio è ricomparso ancora a Genova, ma confinato ad alcune zone collinari. Ma un aumento della frequenza di questi fenomeni potrebbe essere connessa ad una maggiore presenza di aria calda negli inverni europei.