Tra i meteo-appassionati, di questi tempi, regna lo sconforto più assoluto. Chi ama il freddo, il gelo o la neve, ha il morale sotto i tacchi. Chi ha l’esperienza sufficiente per leggere i vari indici teleconnettivi, si sta scervellando per comprendere quando e se ne usciremo. Probabilmente la stasi atmosferica ci terrà compagnia per altri 10 giorni. Giorno più giorno meno.
Attenzione però. Con stasi non vuol dire che necessariamente ci sarà l’Anticiclone. Se dovessimo dar per buone le ultime proiezioni modellistiche, si potrebbe asserire che l’Alta Pressione si adagerà nel Mediterraneo per circa una settimana e dovrebbe proteggere maggiormente le regioni Settentrionali.
In passati editoriali vi abbiam detto di non credere a chi, anche alla luce delle attuali dinamiche, urlerà a squarciagola “Inverno finito”. E’ innegabile che una delle parti più fredde dell’Inverno cada nell’anonimato, però è altrettanto vero che poi resterà più di un mese per rifarsi delle occasioni mancate. In Europa non andrà meglio. Giusto per farvi un esempio. La disposizione delle figure cicloniche è tale da inibire le irruzioni gelide anche alle medie latitudini. Nel Regno Unito, dopo un Dicembre storico, è tornata la pioggia. In talune zone sta cadendo così copiosa da recare alluvioni.
La giornata odierna ha visto salire vertiginosamente la colonnina di mercurio. Tra Isole e Sud abbiamo sfiorato i 20 gradi e probabilmente si raggiungeranno nelle prossime 48 ore. L’aria mite arriverà anche al Nord, probabilmente la prossima settimana. Per ora c’è una certa influenza atlantica e le giornate saranno grigie e uggiose per tutto il weekend.
Detto ciò, diamo una spiegazione del perché è venuto in mente il 1999. Per farlo abbiamo scelto di allegare due mappe storiche. Le abbiamo prese dal sito www.wetterzentrale.de, ove è possibile osservare ed analizzare gratuitamente le mappe relative ai più autorevoli Modelli di previsione.
La data è la stessa di oggi. Il 7 Gennaio. Potrete facilmente notare la presenza di una figura anticiclonica proveniente dal Nord Africa. Le temperature, quel giorno, probabilmente risultarono persino più alte. Più alte in Sardegna e certamente più alte al Nord Italia. Alla quota isobarica di 850 hPa (che corrispondono a circa 1500 m sul livello del mare) si registrarono valori di +10. Oggi, invece, la + 10 è ubicata tra le due Isole e nelle restanti regioni siamo mediamente su un valore di +5 °C. La differenza termica è data dal fatto che nel ’99 il promontorio anticiclonico si espanse oltr’Alpe, convogliando aria molto mite sino in Val Padana.
Un’altra differenza è che all’epoca il Vortice Polare risultava dislocato diversamente e c’era un lobo Canadese assai vivace. Quali che siano le differenze, poco importa. Abbiamo optato per quest’esempio (negli anni ’90 vi furono diversi mesi di Gennaio caratterizzati da domini anticiclonici coriacei) perché dovessimo allegare le mappe giornaliere sino al 25 del mese, notereste una stasi anticiclonica apparentemente inossidabile.
E invece, a ridosso dei giorni della Merla, le dinamiche mutarono repentinamente. Il Vortice Polare si indebolì, il lobo canadese sprofondò in Atlantico e dalla Penisola Iberica partì una rimonta dinamica dell’Anticiclone delle Azzorre. Un’irruzione Artico-Continentale si diresse a sud e con il piegamento a nordest del muro anticiclonico si ebbe l’isolamento di un nucleo d’aria gelida.
Nucleo che giunse in Italia il 31 Gennaio – lo potrete apprezzare nella mappa relativa – e diede vita ad una delle irruzioni più intense dell’ultimo ventennio. Durò circa 4 giorni, diede vita ad una depressione ionica che a sua volta recò nevicate diffuse e copiose al Centro Sud e nelle Isole. La neve giunse sino a Palermo, imbiancando le spiagge. Nei giorni successive ci fu un breve miglioramento, seguito da un’irruzione Artica molto consistente e che portò altre nevicate nelle regioni del Centro Italia.
Il perché di questo articolo? Vogliamo darvi una speranza. Anche se due decadi di Gennaio dovessero andarsene, resterà una terza e non è detto che l’Inverno possa tornare più in forma che mai. Gli elementi in tal senso sussistono, si tratta solo di aspettare e capire se le dinamiche bariche saranno favorevoli oppure no.