Rischio altissimo di valanghe sull’arco alpino occidentale dopo le abbondanti nevicate che hanno caratterizzato i giorni 26-28 aprile. Nell’ultimo bollettino emesso dall’Arpa Piemonte (27 aprile) si legge: «La neve recente poggia con scarsa aderenza sul manto preesistente fortemente umidificato sotto i 2000-2200 m e di spessori elevati per la stagione».
Proprio gli spessori mostrano misure inconsuete non solo rispetto agli anni recenti, ma anche nei confronti coi decenni passati. Sempre Arpa Piemonte fornisce le seguenti misure per le fasce alpine attorno ai 2.000 m (seconda colonna) e ai 2.500 m (terza colonna), offrendo anche la quota da cui il manto risulta continuo (quarta colonna, riferita all’esposizione nord):
Lepontine e Pennine | 260-350 cm | 340-420 cm | 1.300-1.400 m |
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Graie e Cozie | 110-210 cm | 220-360 cm | 1.400-1.500 m |
Marittime e Liguri | 190-300 cm | 270-320 cm | 1.400-1.500 m |
Il settore alpino del Piemonte settentrionale è ben rappresentato dalla stazione del Passo del Moro (2.820 m, Alpi Pennine, massiccio del Monte Rosa) dove, il 28 aprile, si misuravano 549 cm. In questa area, la continuità del manto si pone alla stessa quota anche sui versanti esposti a sud, a conferma d’una situazione che può essere definita quasi eccezionale, perlomeno guardando agli ultimi trent’anni del versante sudalpino. Nelle Alpi Graie, il massimo tra le stazioni dell’Arpa Piemonte si rinviene al Lago di Valsoera (2.365 m), dove il 28 aprile si sono toccati i 414 cm di neve al suolo con una caduta di 80 cm in due giorni. Nel Cuneese, da notare i casi di Valdieri (1.390 m), dove si registravano 171 cm, e di Limone Pancani (1.875 m) che, nelle prime ore del 28 aprile, aveva toccato i 363 cm, poi assestatisi a 337 cm.
Tornando al pericolo valanghe, ecco la sintesi contenuta nel bollettino: «Le nuove precipitazioni determinano sotto i 2000 – 2200 m un ulteriore appesantimento e umidificazione del manto che può dare luogo a distacchi di valanghe a debole coesione di neve umida, di superficie e di fondo a tutte le esposizioni. Alle quote superiori potranno verificarsi distacchi spontanei dovuti alla scarsa aderenza della neve recente sul manto preesistente; tali distacchi potranno essere anche di grandi dimensioni e raggiungere il fondovalle sui settori dalle Alpi Lepontine alle Graie a nord e sulle Alpi Marittime e Liguri maggiormente interessate dalla precipitazione».