Un’attenta analisi dei valori massimi registrati quest’estate alla Capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa (4.559 m), è stato annunciato all’Arpa Piemonte, che intende così verificare l’esattezza delle temperature rilevate: in particolare i picchi del 27 luglio (8,8 °C) e del 30 agosto (8,3 °C). Se fossero confermati, tali dati avrebbero abbondantemente superato i record fissati nell’estate 2003 quando, il 19 luglio e l’8 agosto, si erano raggiunti i 7,3 °C. Al momento le misure appaiono anomale anche ai responsabili del controllo qualità dell’Arpa che, al termine delle verifiche, dirameranno un comunicato per confermarli o annullarli.
La questione era già stata posta a luglio (www.meteogiornale.it/news/read.php?id=18387) poiché il quadro meteorologico non lasciava presupporre che si potessero raggiungere tali limiti. Alla luce della nuova massima di agosto, si possono tentare le seguenti ipotesi.
Sovraesposizione È la prima e più naturale congettura, e potrebbe dipendere da un cattivo o mancato funzionamento del corpo autoventilante che protegge il sensore termico, da un danneggiamento della copertura stessa, oppure da una meno efficace schermatura rispetto alla radiazione incidente e diffusa (albedo). In questo caso la verifica punto a punto della registrazione giornaliera potrebbe mettere in risalto impennate anomale, specie nel caso in cui le condizioni del cielo siano mutate (passaggio da sereno a coperto o viceversa). Nella serie degli estremi giornalieri, tale anomalia potrebbe avvertirsi il 27 luglio, laddove l’escursione è stata di 15,1 °C.
Bias L’errore sistematico potrebbe spiegarsi con un’involontaria manomissione o un danneggiamento del sistema di acquisizione dati, tale da aver falsato l’intera serie mensile. Confrontando infatti i valori medi delle temperature massime e minime con quelle dei mesi più caldi del passato, in caso di sovraesposizione continua ci si dovrebbe lecitamente attendere una crescita dell’escursione, poiché nelle ore notturne, venendo a mancare l’effetto radiativo, la minima tenderebbe ad assestarsi su valori prossimi al reale. Come mostrano le tabelle invece, tale scarto non è apprezzabile:
Delta T medio giugno
2003 8,5 °C
2008 9,0 °C
Delta T medio luglio
2003 7,9 °C
2006 8,2 °C
2008 8,5 °C
Delta T medio agosto
2003 8,3 °C
2008 7,3 °C
Forcing L’ipotesi d’una modifica morfologica del sito (scoprimento di un’area rocciosa per scioglimento o collasso glaciale), seppur remota, al momento non può essere scartata: essa comporterebbe infatti anche una modifica dell’albedo e un maggior assorbimento di energia solare da parte del terreno, con possibilità di influenze sul microclima circostante.
Serendipità Non va sottaciuto nemmeno il fatto che il clima di alta montagna sia poco conosciuto per via della mancanza di serie statistiche sufficientemente lunghe. La stazione meteorologica automatica dell’Arpa Piemonte, la più elevata d’Europa, è in funzione dal 31 agosto 2002 ed è al momento l’unica a quote superiori ai 4.500 m; le più prossime (anche dal punto di vista geografico) che dispongano di archivi cronologicamente più estesi sono quella dello Jungfraujoch (MeteoSvizzera, 3.571 m) e del Plateau Rosà (Aeronautica militare italiana, 3.488 m). Ora, è chiaro che un’avvezione subtropicale ha un impatto diverso sulla vetta del Monte Rosa e alle quote intermedie (un approccio analitico: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15735): si dovrebbero pertanto studiare i quadri sinottici termico barici dei giorni interessati per stabilire se ci si trovi di fronte a meccanismi non ancora compresi. Con un pizzico di romanticismo si potrebbe allora dire che, cercando la soluzione d’un fenomeno, si incontrerebbe inaspettatamente la spiegazione di un altro.