Ancora abbondanti precipitazioni nevose, a partire dal 26 aprile, sull’arco alpino occidentale, che hanno ulteriormente incrementato un manto che sta avvicinando misure storiche. Le nevicate sono tutt’ora in atto, ma la notizia è data dal fatto che, poco dopo le 1500 UTC del 27 aprile, sul massiccio del Monte Rosa lo spessore aveva toccato i cinque metri, mandando fuori scala il grafico del nivometro posizionato da Arpa Piemonte (è probabile un prossimo ridimensionamento del grafico stesso, poiché i nivometri installati da Arpa Piemonte hanno un campo di misura che raggiunge i sette metri). In ogni caso la consueta tabella, riguardante alcune stazioni ubicate oltre i 2.000 m di quota, aggiorna la situazione a quell’ora (quarta colonna), mettendo a confronto i dati con quelli rilevati il 25 aprile (terza colonna) e fornendo anche, là dove possibile, il dato delle 1800 UTC (quinta colonna):
Pian delle Baracche | 2.135 m | 260 cm | 315 cm | 315 cm |
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Lago Pilone | 2.280 m | 210 cm | nd | nd |
Colle Barant | 2.294 m | 290 cm | 335 cm | 335 cm |
Lago Agnel | 2.304 m | 305 cm | 360 cm | 380 cm |
Lago Dietro la Torre | 2.360 m | 220 cm | 250 cm | 260 cm |
Lago di Valsoera | 2.365 m | 340 cm | 375 cm | 395 cm |
Passo del Moro | 2.820 m | 450 cm | 500 cm | fuori scala |
Sono, in primo luogo, da mettere in evidenza riduzioni anche forti durante la scorsa settimana, quando le temperature massime sono salite ben oltre gli 0 °C fino a quote superiori ai 2.500 m (per confronti: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=20024). Coi nuovi apporti però, la media si assesta a circa 335 cm nella fascia 2.100 – 2.400 m (è escluso il dato del Passo del Moro), contro i circa 300 cm del 20 aprile. Si tratta d’un quantitativo importante che, se l’aumento delle temperature di maggio non sarà repentino, potrebbe favorire il mantenimento d’un buono strato sulle lingue terminali dei ghiacciai. È anche da mettere in rilievo come la neve primaverile, se da un lato risulta labile ai tepori incipienti, svolga però una compressione sugli strati sottostanti, ovvero quelli autunnali e invernali, che già hanno subito varie trasformazioni morfologiche; il nuovo compattamento infatti, fa sì che, quando tali strati verranno allo scoperto, offrano maggiore resistenza all’azione ablativa.
A completamento del quadro alpino occidentale, val la pena sottolineare anche la realtà della stazione di Limone Pancani (1.875 m), dove il manto è passato dai 265 cm del 25 aprile ai 355 cm attuali (1800 UTC). A testimoniare l’eccezionalità della situazione infine, resta il fatto che la stagione sciistica ha visto protrarre l’apertura di quasi tutti gli impianti di risalita al 26 aprile, mentre alcuni proseguiranno sino al 3 maggio (Cervinia, Aprica, Livigno, Tonale, Santa Caterina Valfurva, Fedaia, Cortina d’Ampezzo).