La risposta alla seconda domanda è no. Il calore accumulato dalle acque superficiali gioca un ruolo fondamentale, è innegabile, tant’è che lo sviluppo di tali strutture cicloniche è statisticamente più probabile tra la fine dell’estate e il cuore dei mesi autunnali. Va detto che i Cicloni Tropicali, o simil tali, per raggiungere le intensità maggiori necessitano di un mare caldo con temperature mediamente comprese tra i 25 e i 26°C.
Ma torniamo al Mediterraneo. Tra Luglio e Settembre la superficie marina raggiunge punte di 27°C, ma ultimamente dei mesi di ottobre e novembre particolarmente caldi hanno facilitato il mantenimento di valori particolarmente alti tali da facilitare lo sviluppo di strutture temporalesche enormi, denominate MCC o MSC, al primo sbuffo d’aria fresca in quota. Tali strutture, è accaduto spesso, possono evolvere in pericolosissime depressioni simili a quelle che si osservano a latitudini tropicali, dal cuore caldo. Ovviamente non è sufficiente affinché possa definirsi “Uragano Mediterraneo”, o “Medicane”.
Allora cos’è che accresce ulteriormente la struttura? A livello tropicale si osserva quel processo che prende il nome “transizione tropicale”, nient’altro (si fa per dire) che uno squilibrio termodinamico tra l’aria fredda (che essendo pesante scende di quota) e le calde acque superficiali oceaniche. E’ proprio questo squilibrio, associato al calore latente marino, che va ad alimentare lo sviluppo di quelle enormi nubi convettive che si scorgono in prossimità dell’occhio e alla trasformazione del “cuore freddo” (struttura baroclina, con minimo non coincidente ad ogni quota considerata) in “cuore caldo” (struttura barotropica, con minimo coincidente a tutte le quote).
Quel che preme sottolineare è che nel momento in cui subentrano i processi suddetti, non è necessario avere temperature marine particolarmente alte. Vi sono casi, anche recenti, di cicloni sviluppatisi nel cuore della stagione invernale. Talvolta sono sufficienti valori termici prossimi ai 20°C affinché una depressione subtropicale degeneri in un Ciclone Mediterraneo o “Medicane”.
In conclusione crediamo sia importante rammentare la definizione di “Ciclone Tropicale”, ovvero “un Ciclone a cuore caldo con profonda convezione temporalesca centrale e circolazione dei venti chiusa attorno ad un centro, formatosi su acque tropicali o subtropicali del pianeta”. Il Mediterraneo, forse non tutti lo sanno, rientra a pieno titolo all’interno della categoria dei bacini subtropicali.