E’ possibile prevedere i terremoti? Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’unica soluzione possibile è quella di creare una rete di sismografi abbastanza fitta da poter mappare l’intero territorio e dedurre così le aree dove si possono verificare sismi più o meno forti. In realtà negli ultimi anni si sono fatte avanti altre e più affascinanti ipotesi in ambito di terremoti e la loro predizione. Subito dopo il terribile sisma avvenuto all’Aquila, era balzato agli onori delle cronache Giampaolo Giuliani, ex tecnico dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario e ricercatore sulle cause dei terremoti.
Quel devastante terremoto di oltre 2 anni fa in Abruzzo è stato previsto in anticipo proprio da Giuliani, anche se con un epicentro un po’ diverso. Giuliani basa le sue previsioni e i suoi studi sull’analisi di un gas (il Radon), sprigionato dalle crosta terrestre solo quando si verificano grandi spaccature in profondità. Lo strumento utilizzato da Giuliani era un sismografo capace di rilevare e osservare le fughe di Radon. Ricordiamo che questa teoria non è stata certo avvalorata dalla Comunità Scientifica, tanto che Giampaolo Giuliani venne anche denunciato per “procurato allarme”.
Eppure le ultime novità dagli USA non vanno in una direzione così estremamente diversa rispetto alle teorie di fondo portate avanti da Giuliani. Un team di studio dell’Università della Virginia ha dimostrato, con una serie di esperimenti, che l’attrito fra le rocce sottoposte alle pressioni generate dagli scontri nel sottosuolo fanno disperdere ozono, in presenza d’aria. Qualche tempo prima di un movimento tellurico le pressioni iniziano a fratturare le rocce generando delle faglie. In questo processo di rottura, presumibilmente, si dovrebbe produrre dell’ozono rilevabile con gli strumenti.
Si racconta poi che alcuni animali appaiono in grado d’avvertire in anticipo il manifestarsi del sisma. Secondo gli studi dei ricercatori statunitensi, questo avverrebbe davvero in quanto gli animali sono capaci di percepire l’ozono emesso dal sottosuolo, attraverso reazioni di comportamento particolari ed insolite. Sui tempi delle emissioni dell’ozono non ci sono dati molto precisi. Ma anche un tempo breve potrebbe essere utile per salvare vite umane: i tempi si accorcerebbero di certo attraverso una capillare rete di strumenti ben distribuiti nelle zone a rischio. Se la fuga di ozono si confermasse il precursore dei sismi per eccellenza, si potrebbero finalmente prevedere i terremoti con un sistema efficace ed efficiente che, congiunto ai metodi architettonici di prevenzione sismica, ci assicuri la possibilità di limitare ogni danno.