Indolente e mite, brumoso durante le prime ore del giorno, copre di tenui veli le vallate. Il vento accarezza le nebbie mattutine e le culla sino al sorgere di primi raggi caldi. Poi tutto si annulla e durante il dì, il sole tiepido si affaccia perentorio aprendo ogni possibile varco. Solo qualche “vaga” nube attraversa l’orizzonte rasserenato rendendolo poco palpabile.
Ma è caldo, non vi sono venti impetuosi ed il mare segue le sorti della pigra atmosfera. Un ciclo del nostro clima che ci permette di rivolgere ancora lo sguardo ad un tempo passato, alla bella stagione persa, assaporando ancora quei vecchi umori.
E’ dolce non irritante e l’uomo che si espone ai tiepidi raggi si sente rassicurato e lontano dalle “cupe” bizzarrie invernali. Non è un inno al tempo che non sarà. La coscienza è viva e consapevole che tale “dolcezza” verrà presto mortificata dai primi venti gelidi del nord.
Signori nessuno ha il diritto di accanirsi contro tale “gentilezza”, la natura è splendida per questi “insoliti” regali e non chiede mai in cambio nulla.
Un “savoir faire” prezioso e degno di ogni più stupendo slancio umano.