Il titolo scelto è in un certo qual modo provocatorio. Lo si è fatto volutamente, perché leggere certe proiezioni stagionali, in giro per la rete, fa quantomeno riflettere. Non ci si può lanciare in una previsione di super caldo duraturo senza alcun elemento scientifico a corredo. Affinché una previsione, o meglio, una tendenza previsionale abbia seguito v’è necessità che provenga da attente analisi meteo climatiche o che ci arrivi da autorevoli centri internazionali.
Giorni addietro, ad esempio, vi proponemmo una visione d’insieme di quello che potrebbe essere l’andamento medio di giugno e per farlo ci affidammo al modello matematico americano elaborato dal NOAA. Quella proiezione recitava normalità termica e pluviometrica (addirittura più piogge del normale in qualche regione del Nordovest) un po’ ovunque.
Ma perché vi diciamo tutto ciò? Beh, perché alla luce di quanto osservabile nei vari modelli deterministici – quelli in grado di fornirci previsioni affidabili a breve raggio – non sembra esserci alcun pericolo di caldo africano persistente. Tutt’altro. Dopo un mese, quello di maggio, segnato da frequenti incursioni d’aria fresca – e conseguenti primi violenti temporali stagionali – potremmo assistere all’inserimento della retromarcia.
Giugno, così parrebbe, sembrerebbe volerci proporre una prima settimana marcatamente instabile e termicamente a norma. E già questo basterebbe a far cadere paragoni a dir poco irriverenti. Non sappiamo che accadrà da qui a settembre, o magari ottobre. Ma quel che sappiamo è che il tempo farà quel che vuole, ne più ne meno. Il bilancio lo stileremo a stagione archiviata, ma magari nei prossimi giorni vi proporremmo una nostra riflessione sull’andamento dell’estate e vedrete che i vari indici climatici non dovrebbero condurci verso un’estate rovente.