Il nevofilo da dicembre a febbraio smanetta da un sito web all’altro alla ricerca della notizia, della previsione meteo che annuncia che nevicherà presto. Succede così che anche nel Pianeta dell’informazione meteorologica vi sia stata una trasformazione della presentazione della notizia e che in alcune realtà siano esaltate anche le minime possibilità che possa far freddo tra 15 giorni o 20 giorni. Poi c’è chi si spinge oltre e propone congetture su linee di tendenze verso il freddo, anche con mesi di anticipo, ma questi studi di scientifico non hanno qualità e sono da dubitare.
Negli anni sono apparsi vari modelli matematici stagionali, quelli che giungono su Internet hanno bassissima risoluzione, sovente appaiono con cartine dove l’Italia si individua appena. Ma qui viene il bello, alcuni propongono un inverno nella norma, altri sotto media, altri caldo.
Ma il freddofilo più esperto, quello che conosce il significato delle mappe, delle temperature a 850 hPa, si esalta per il violetto che appare nella cartina e su via, a consultare questo o l’altro sito, le GFS prodotte dal sito tedesco, oppure da quello inglese, francese, americano… poi ci sono una marea di prodotti derivati dalle GFS.
Ma le GFS sono sempre le stesse, anche se con differente grafica, inoltre le temperature ad 850 hPa previste in Groenlandia sono ingannevoli, a tale altezza di geopotenziale, da quelle parti ci sono 1500 metri di ghiaccio sopra.
Il modello matematico non vi vuole imbrogliare, ma stima dei valori nella libera atmosfera, i dati dell’orografia sono difformi dalla realtà, ma qui il discorso si complica.
Quando frequentavo le scuole elementari, beh, in terza per intenderci, ebbi un buon approccio con la geografia, mi dilettavo a ricalcare le cartine dell’Italia e dell’Europa ed a seconda della stagione ci disegnavo sopra basse pressioni impensabili, ondate di gelo e neve.
In prima media scrivevo i notiziari e li rileggevo con passione e tremore, tanto che a volte mi dimenticavo che la realtà fosse un’altra! In quei bei tempi, oggi ho 42 anni, non c’era Internet, non c’erano in vendita le stazioni meteo come quelle che esistono oggi, l’informazione meteo era essenziale, si aspettavano le ottomenodieci della sera per vedere il Meteosat, le isobare, le previsioni meteo.
Ho sperimentato la nevofilia e la freddofilia, la meteofilia anche se con gli anni ho imparato ad apprezzare quel che ci passa il buon Convento, ma soprattutto a studiare i perché della meteo ed a trovare un maggior fascino in una scienza che è la meteorologia.
Il meteofilo del 2006 non è quello del 1985, ha abitudini differenti, mantiene un occhio al lampione ed uno ai forum di meteorologia e all’ultimo run dei modelli matematici.
La gente comune, tantissima a dire il vero, osserva il nevofilo come un esaltato, così che lui o lei preferiscono stare in silenzio e mimetizzarsi tra il popolo.
In Italia ci sono non meno di 300.000 nevofili che frequentano Internet, poi ci sono tantissimi che sono affascinati dal fenomeno, che attendono l’evento e si informano: questi sono milioni. La passione per la neve è un fenomeno sociale, per alcuni quasi sportivo (il tifo per la neve), per altri solo un desiderio di magia.
Questo è solo la prima parte periodo dell’inverno, non raramente giunge mite, nel 2006 appare stabile e relativamente caldo per l’Italia, ma potrebbe cambiare nel futuro, magari a gennaio.