Da alcune settimane il Nord America è interessato dal ripetersi di ondate di freddo, con apice nelle regioni interne del Continente, mentre nessun evento rilevate ha interessato la costa nord orientale. Il freddo è giunto sino alle coste del Golfo del Messico, con gelate in località poste al 30° parallelo, quello de Il Cairo, per intenderci.
In Italia e buona parte dell’Europa, da settimane siamo interessati dal caldo, con temperature sensibilmente superiori alla media.
Ogni volta che il clima appare diverso da quanto ci aspettassimo, si rincorrono le voci di cambiamento climatico ed altre teorie tutte da dimostrare in ambiente scientifico.
In Europa, siamo in una fase di caldo, e secondo la statistica del Clima, potrebbe seguire una fase di freddo che dapprima vedrà il ritorno delle temperature verso la media del periodo.
Già i modelli matematici, sul lungo termine, individuano una linea di tendenza che vedrà tornare sui suoi passi il gelo nella Russia europea, dove attorno a Natale si avranno temperature in discesa sino a valori vicini alla media.
Sempre prendendo spunto dai modelli matematici a lungo termine, avremo presto il ritorno sull’Italia dell’Alta Pressione, ma con caratteristiche differenti di quelle che si sono avute di recente.
Quando in Italia la temperatura tornerà nella media, saremo nel cuore della stagione invernale, quando per freddo si intendono neve a quote basse, gelo per molte ore del giorno sulle pianure del Nord e i suoi rilievi, e nelle zone interne di buona parte del Paese.
Quanto illustrato è un fenomeno normale, che ogni anno si verifica, e che quest’anno è in severo ritardo rispetto alla media.
E’ probabile, pertanto, che tra poche settimane si parlerà di freddo, probabilmente anche di neve alle basse quote, ciò perché tra la fine di dicembre e febbraio c’è la massima probabilità di irruzioni di aria fredda sull’Italia.
La statistica del Clima afferma che, in presenza di un riscaldamento del Pianeta, le ondate di freddo tendono a diminuire, tuttavia l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici può accentuarne l’intensità.
Un altro elemento non trascurabile è il Blocking, ovvero una circolazione atmosferica all’apparenza quasi ferma, non disturbata dal rinnovarsi di Onde di Rossby dall’Atlantico. Sono configurazioni bariche di blocco, che favoriscono periodi di freddo persistente o di caldo.
Con l’aumento della temperatura media del Pianeta, appaiono in aumento le situazioni Blocking. Questi fenomeni si sono avuti anche in passato, mentre negli ultimi anni, sembrano essere in crescita, ma forse presentano una maggiore durata e si sono accentuati sull’Europa, apportando persistenti fasi più calde della media ed anche siccità.
L’inverno vero deve ancora arrivare, ma cosa succederà tra 12/15 giorni, nessuno può dirlo con sicurezza. I calcolatori più potenti del Pianeta incorrono in errori clamorosi nel prevedere il tempo che farà.
Ma come sarà l’inverno? E’ una domanda che merita un’accurata riflessione. Avremo due mesi di gran freddo come nel 2005? Possibile, anche se ho il sospetto che tal possibilità sarà medio bassa, ma non me la sento di escluderla. In quell’anno il freddo invernale più marcato ci raggiunse nella seconda decade di gennaio.
Al contrario riterrei non improbabile una severa ondata di freddo, magari non di lunga durata, uno dei tanti eventi che abbiamo veduto questi ultimi anni transitare in Grecia e nel Mar Nero.
Fenomeni simili, sono la conseguenza del cambiamento climatico, e sono stati segnalati più volte in questi anni nel nostro Pianeta, ed anche in Europa. Pertanto, seguendo la logica delle probabilità, potrebbe realizzarsi tra fine dicembre ed i restanti mesi invernali, un tal evento.
Ma la mia, e ci tengo a sottolinearlo, è solo un’impressione, non voglio passare per il ciarlatano di turno.
Però, nell’autunno del 1984 la temperatura alla quota di 850 hPa fu superiore alla media, eppure a gennaio si scatenò una furiosa irruzione di aria gelida. Anche nell’autunno appena trascorso abbiamo avuto valori a 850 superiori alla media.
Le maggiori ondate di gelo che hanno interessato l’Europa, non sono state previste con largo anticipo e non di rado, si sono avute dopo periodi caldi. E’ per questo che nel descrivere l’arrivo del gelo si utilizzano sovente gli aggettivi cruento, improvviso, inaspettato… etc.
Il gennaio 1956 ebbe sull’Italia temperature alla quota di 850 hPa superiori alla norma al Sud e sulle Isole, secondo la media stagionale al Nord. Una forte anomalia termica positiva interessava l’artico europeo, mentre nella Russia occidentale il gelo era sostanzialmente nella media. Le cronache dell’epoca descrivono l’arrivo di febbraio con un gelo inatteso e crudele. Infatti, il mese di febbraio fu freddissimo, con anomalie verso il basso di circa 10°C.
Febbraio 1956 fu un’anomalia del Clima al pari della lunga e calda estate 2003, fu un eccesso favorito dal Blocking.
Il Blocking descritto, non arreca l’avvio di una glaciazione e non è certezza di un inverno gelido.