Partiamo sempre dallo stesso concetto consolidato, presumibilmente consolidato, di quanto sia importante ottenere un modello climatico “svincolato” da ogni “spuria” interpretazione (sociale, economica e politica).
Esiste una corrispondenza biunivoca tra le varie grandezze di un sistema previsionale.
Molto spesso è possibile rintracciare, onde renderne visibili, le espressioni grafiche di un sistema e le relative variabili. Il risultato di questi grafici (andamento climatico) spesso indicano delle discordanze, proprio in corrispondenza (riferimento) al modello a cui si ispirano.
Quindi non tutte le elaborazioni indicano uno stesso risultato e non tutti i modelli appartengono ad una identica “qualità scientifica”.
Gli stessi fisici, che osservano l’andamento del clima su base ventennale ed oltre, si trovano spesso davanti ostacoli enormi da sormontare: “le qualità , quindi oggettive elaborazioni dei dati introdotti, non sempre si evidenziano, pur mostrando indici d’ingresso simile, attraverso identici risultati”.
Il sistema “reale” si prospetta di conseguenza scomponibile in processi ed interazioni fondamentali che possono essere solamente riassunte da singole equazioni che sono riconducibili ad algoritmi lineari.
Tutto ciò non è assolutamente semplice. Tantomeno le “capillari” osservazioni fatte da altri studiosi (oceanografici) circa le tendenze, anche evidenti; se “vincolate” in un modello previsionale non hanno più lo stesso valore d’ingresso. Tutto viene inevitabilmente “spalmato” e ridotto attraverso una rilettura che non presenta una chiara “identificazione” del fenomeno riscontrato.
Tradotto in termini concreti, un modello simulativo (unica base sulla quale procedere per capire l’andamento climatico) non può essere svincolato, nella sua interezza, dall’ambiente cui in quel dato momento fa riferimento.
Se parliamo, affrontiamo il discorso, “CDG” (Corrente Del Golfo) non è possibile, solo su questo indice, ottenere una elaborazione complessa che faccia riferimento solo ed esclusivamente ad una rilevazione, anche esatta, ma svincolata da altri processi.
Procedendo con questa metodologia, chiaramente non lineare, otterremmo solo una delle “mille e sterili ipotesi”.
L’equazione simulativa, sempre riferita ad un modello climatico, va necessariamente descritta in maniera dinamica; per esempio con un’equazione che ne delinei il comportamento evolutivo e che, inevitabilmente, vada ad interagire, in maniera lineare, con altre concause.
Spesso si ottengono delle “forzature” che risentono di marcate “retroazioni” da parte del sistema considerato.
Non è assolutamente ammissibile, secondo la teoria matematica, una “scissione” delle componenti, riguardanti una lettura globale, che agiscono liberamente ed indipendentemente tra loro.
L’occhio destro non osserva “l’operato” del sinistro, pur lavorando in maniera simultanea e non vincolata.