Anni fa era normale discutere di situazioni di maltempo, anche forte, tipiche del post ferragosto e dirette verso le nostre regioni. Osservare la formazione di celle temporalesche estese rappresentava qualcosa di normale nel cammino che conduceva progressivamente verso l’imminente autunno. Ma con gli anni sembra che qualcosa sia cambiato. L’abitudine a stagioni estive interminabili celava il ricordo di evoluzioni dimenticate.
Tuttavia pare che i prossimi giorni potremo riassaporare scampoli di passato, col tempo che d’estivo avrà ben poco. Tutto a causa di una vasta area perturbata in quota che dall’Europa settentrionale si porterà verso lo Stivale Italico, passando per la Francia, i Pirenei e gettandosi nel Tirreno.
Gli effetti di tale azione andranno monitorati con attenzione e le somme verranno tirate solo a fine peggioramento. Ma se si dovessero verificare manifestazioni atmosferiche violente, riteniamo non ci sia nulla di anormale perché, lo ripetiamo ancora, la storia meteorologica vuole che proprio in questo periodo si affaccino sull’Italia i primi veri affondi perturbati, accompagnati talvolta da aria fredda in quota.
Se a ciò aggiungiamo un cambiamento generale della circolazione atmosferica sull’Europa settentrionale osservabile già da diverso tempo (quelle che abbiamo definito le grandi manovre di inizio autunno) ecco che non ci sarà nulla di cui stupirsi. Tuttavia è innegabile che, associata alla goccia fredda in arrivo, avremo in quota aria molto fredda (ovviamente per il periodo in essere).
Chiaro allora che, considerate le temperature superficiali dei nostri mari (sicuramente calde ma meno di altre estati) i contrasti derivanti dal contatto tra due masse d’aria cosi diverse non potrà che portare alla formazione di nuclei temporaleschi estesi e compatti. Differenza di temperatura che potrà dare origine alla manifestazione di eventi persino violenti, con grandinate e locali colpi di vento. Da non escludere la possibilità che in talune località costiere possano osservarsi trombe marine.
Il maltempo durerà due giorni, lasciando strascichi di accentuata instabilità anche all’inizio della nuova settimana, e concludendo possiamo confermare l’entità notevole del peggioramento in arrivo. Ma non per questo dovremo allarmarci, perché sarà un tipo di evoluzione che tempo fa rappresentava la regola, non l’eccezione.