Al termine d’ogni stagione si prova a stilare un bilancio definitivo dell’andamento meteo climatico trimestrale. Diversi, stavolta, gli elementi che rimarranno impressi nella nostra memoria: il caldo anomalo dei primi mesi, il gran fresco delle ultime settimane e i temporali. Diciamo che quanto avvenuto recentemente non dovrebbe stupirci: il periodo è propizio ad accesissimi contrasti termici quale cenno inequivocabile di una ricerca spasmodica della stabilità atmosferica.
I temporali rappresentano uno degli elementi atmosferici classici del periodo e più in generale dell’estate (e non solo). Bastano pochi giorni di caldo e qualche refolo d’aria fresca, figuriamoci se le ondate di calore – magari brevi – vengono sovvertite da vere e proprie perturbazioni atlantiche. A quel punto l’energia in gioco è così grande che pensare a manifestazioni temporalesche fin troppo violente è inevitabile.
Ma perché tutto questo discorso? Beh, per due ragioni: le numerose richieste in tal senso da parte di numerosi lettori e le prospettive previsionali del medio periodo. A chi domanda se quanto osservato è normale rispondiamo si, è normale. A prescindere da anomalie termiche in un senso o nell’altro, da adesso in poi cresceranno le occasioni per i fenomeni convettivi. A chi ci chiede se dobbiamo preoccuparci dell’eventuale violenza, rispondiamo che sarebbe meglio non abbassare mai la guardia.
Nei prossimi giorni, ma avremo modo di trattare l’argomento nel dettaglio, il caldo africano verrà sostituito – nuovamente – da aria fresca oceanica e gli inevitabili temporali potrebbero assumere intensità preoccupante. Probabilmente non ovunque, questo va detto, ma in simili scenari non si può mai dar nulla per scontato. Neppure le previsioni a corta gittata.