Inutile nasconderlo, non sarebbe corretto: nessuno si aspettava un Vortice Polare in rapida ascesa dopo il trambusto di ottobre e novembre. Al di là dei gusti soggettivi, osservare l’atmosfera è sempre affascinante. Anche perché, diciamolo, non c’è nulla di già deciso. Autorevoli studi climatici si avvalgono del passato per provare a individuare i trend stagionali futuri. Ma l’eccezione – che poi conferma sempre la regola – è dietro l’angolo.
Perché scriviamo ciò? Beh, perché tra i meteo appassionati il malcontento è crescente. Il Vortice Polare, lo si diceva prima, ha subito pesantissimi attacchi nei mesi autunnali. Così intensi da ritenerlo incapace di reagire. Invece no. Non appena sono cessate le forzanti troposferiche (leggasi calore latente in eccesso derivante in gran parte da un episodio di El Nino record) ecco che il trottolone gelido si è preso una bella rivincita.
Ora lo troviamo compatto, gelido ad alta quota, in rinforzo in termini di geopotenziale. Lecito, a questo punto, attendersi una propagazione degli effetti – condizionamento – alle basse quote con conseguente inibizione dei flussi di calore capace di intrudere i piani più alti. Detta in parole povere: un Vortice Polare chiuso, veloce, gelido è fautore di persistenti anomalie anticicloniche alle medie latitudini e custode del gelo a latitudini artiche. Un bene, senz’altro, per i fragili ghiacci polari. Un male, invece, per gli amanti del gelo e della neve.
E’ una dinamica osservata negli ultimi anni, tant’è che 2013-2014-2015 non verranno ricordati di sicuro per inverni epocali. Il rischio è che anche quest’anno si vada in quella direzione. Cosa potrebbe salvarci? A questo punto dobbiamo sperare in una riluttanza troposferica nel ricevere il condizionamento dall’alto. Dovremo capire se, esaurito il primo impulso, le onde troposferiche avranno modo di rivitalizzarsi e mettere scompiglio nei piani del Vortice. Ipotesi non da escludere, così come non v’è certezza che il Vortice vada a condizionare il quadro meteo climatico nei prossimi 60 giorni (così come impone la casistica passata). Insomma, non disperiamo. Non diamo l’inverno per spacciato prima ancora del suo esordio astronomico!