La situazione atmosferica già molto complicata in questa prima fase, sembra prospettarsi, nel futuro ancora non prossimo, attraverso delle complicazioni ancora più marcate.
In effetti “l’atmosfera” pare si voglia ricordare dei “tempi passati” ove, anche nell’area mediterranea, l’inverno presentava anche situazioni rigide e nevose.
La partenza e le origini di tutto questo hanno lungo in una, già prevista, forte spinta dinamica dell’anticiclone delle Azzorre verso latitudini molto settentrionali ed in successiva inclinazione, con il suo asse, verso NE.
Questa struttura, nel giro di 48/72 h., produrrà un primo e deciso richiamo di aria artica verso il Mediterraneo. Aria molto fredda, sia in quota che al suolo, che con molta probabilità porterà neve in quelle zone ove tale meteora, da tempo, sembra essere stata quasi cancellata nel “glossario meteo”.
Questo “evento”, al momento non definibile come storico, è già stato ampiamente descritto nei vari editoriali del MTG, ma qualcosa sembra “aggiungersi” e conferire a questa già “particolare” situazione, una possibile fase che, atmosfericamente, viene denominata: di persistenza.
Quando delle situazioni molto fredde si insediano nell’area del Mediterraneo, favorite da ideali congiunzioni bariche, tutto sembra muoversi molto a rilento e non si scorgono “particolari” segnali in controtendenza.
La struttura dinamica dell’anticiclone atlantico sembra ben intenzionata a saldarsi con il freddo e termico anticiclone russo/siberiano. Un connubio certamente ad alto rischio.
Quindi viene teorizzata una fredda fase, io direi abbastanza lunga, di aria gelida e continentale che, tranne naturali e normali alti e bassi, si insedierà stabilmente sulla nostra Penisola.
Se tale azione si protrae per oltre una settimana, potremmo rischiare veramente sul serio. Il primo richiamo di aria mite, di qualsiasi origine essa possa appartenere, sarà in grado di scaricare su quasi la totalità del nostro territorio delle forti manifestazioni nevose.
Questi non sono orientamenti che derivano solo dall’osservazione dei modelli matematici, ma da deduzioni “sulla storia del clima” nelle sue più peculiari sfumature.
Esistono episodi di “caldo inteso” e persistente sull’Italia, qui rientriamo nella quasi normalità del nostro clima; ma di contro sussistono “sporadiche” situazioni di “gelo” che nella loro fase di affermazione e durata hanno lo stesso valore, in logica proporzione, alle prime.
La difficoltà di individuare fasi freddi per noi “italici” è enorme, ma altrettanto sembra indicare delle variazioni significative sul medio/lungo termine rispetto a periodi “staticamente” freddi.
Siamo proiettati, al momento, in una fase di freddo inteso. Se tale fase avrà i caratteri “perseveranti” potrebbe rientrare nella “storicità” del nostro clima.
Una semplice osservazione dovuta e fuori da ogni “glamour”.