Le correnti, come da schema della carta elaborata, alla quota di 500 hpa cercheranno di tentare una forzatura della campana anticlonica, ma il risultato sembra essere nuovamente fallimentare.
La stessa complessità dei vortici oceanici disegna un doppio asse di saccatura che, nella pratica, non riesce a scavare quella curvatura ciclonica molto acuta e tale da imprimere una decisa offensiva all’Hp mediterraneo. In effetti il vortice canadese conferisce a tutta la rotazione, ondulazione delle correnti dell’alto Atlantico, un disegno nuovamente “trasversale” che curva, come fiume arginato da un’immensa diga, immediatamente a ridosso della Penisola iberica e verso NE, in direzione della Norvegia/Svezia. Tale salto d’onda, così vistoso, non può altro che rafforzare la struttura dinamica, palpabile alla quota di 500 hpa, dell’HP centro europeo, la cui matrice sub tropicale è ben salda ed in fase di futuro rafforzamento.
Possiamo sintetizzare tutto ciò attraverso una fase di “perseveranza” ove, tra flussi zonali, si intervallano fasi di onde convesse (promontori).
Che ciò avvenga in autunno è più che normale, ma questa iperattività degli anticicloni è imputabile ad una chiara variazione che , gli alisei stratosferici, hanno subito nel corso di questo ultimo decennio e forse oltre.
Ondulazioni “convesse” che si mostrano marcate nell’Europa continentale, durante il periodo di transizione, e che poi spostano, con il loro asse, in direzione dell’Atlantico durante la fase piena invernale.
Quindi una duplice inclinazione di questi alisei che, con il passare dei mesi, ruota di circa 35° verso nord est. Il fattore dominante sembra chiaramente leggibile come “reiterato” e ripercorribile nel tempo con una cadenza quasi “cronometrica”.
Per un netto cambiamento della situazione, dobbiamo solo attendere, con una certa gradualità, questa rotazione stratosferica ed assistere, via via, a più profondi cavi d’onda accompagnati da nette rimonte dinamiche.
Appuntamento quindi rinviato…