Esaminando tutta l’evoluzione, a partire da 4/5 gg dal punto di partenza “X”, possiamo dire che tale elaborazione di stampo “americano”, in qualche caso, riesce a cogliere bene anche la prospezione più complessa, sul lungo termine.
I suoi limiti sono rappresentati proprio nello spalmare una situazione barica, evolutiva, oltre i 15 gg. Spesso però tale elaborazione, tra una sorta di mostra e nascondi, ci può fornire degli spunti importanti anche sul lungo raggio.
Da un breve test fatto proprio sulla bontà previsionale di questo modello, si può intuire che, dopo una ricompattazione delle figure altopressorie, scomparsa quasi totale di nuclei freddi in quota, si scorge una disposizione dei GPTS molto più logica e consona per il periodo che andremo a fronteggiare.
Abbiamo già ripetuto che, dopo questo marcato west shift (depressione iberica persistente in loco), la situazione subirà, a partire dalla scadenza della prima decade di ottobre, non pochi cambiamenti.
L’anticiclone delle Azzorre, ormai libero da questi nuclei freddi in quota, sembra trovare la giusta collocazione per dirigere aria sempre più fredda verso la nostra Penisola (moto probabile la formazione di un HP finnico).
Non si tratta solo di “oniriche visioni”, ma di una possibile realtà evolutiva che potrebbe nel giro di 6/7 giorni cominciare a farci assaporare le prime precipitazioni “autunnali/invernali” e relativo marcato crollo termico.
Persa quasi totalmente la “impredicibilità” (scarsa permeabilità del modello in questione), possiamo indicare come le GFS premano verso una direzione molto importante: iniziano le prime e serie avvezioni fredde provenienti dall’Europa settentrionale.
Passaggio molto importante che, dopo una “non veritiera estate prolungata”, si potrebbe giungere alle soglie di una anticipata stagione invernale.
Nel precedente editoriale segnalai la possibilità, anche molto alta, che dopo l’aria calda e preesistente, sul bacino del Mediterraneo, sarebbe giunta dell’aria molto più fredda con la possibilità di formazione di ciclogenesi tra il settore centro settentrionale dei Balcani e le nostre regioni nord orientali.
I questo periodo, come di solito accade nelle stagioni di transizione, vi sono stati degli scambi termici molto marcati; ora la risposta, che dovrebbe presentarsi con il giusto tempismo, potrebbe essere una serie di flussi freddi dai quadranti nord orientali.
Ritengo che il modello in questione stia giocando, ora e mai come allora, in anticipo. Già tra domenica e lunedì p.v. avremo i primi segnali.