Abbiamo “sognato” insieme a molti lettori una decisa “svolta” che potesse portarci da condizioni di freddo “medio” a ben altre, nettamente più marcate, di freddo siberiano. Questa ipotesi viene a “crollare” sotto uno split del vortice freddissimo, attività del VP, ubicabile sull’estremo NE/E europeo.
ttività anticiclonica che, pur diagnosticata come “debole” avrà la sua “importante” ingerenza nel settore dell’Europa centrale, ivi mediterranea.
Al cospetto di tutte le leggi stratosferiche e della termodinamica l’anticiclone ha subito una forte ingerenza del vortice “groenlandese”. Non solo esso si potrebbe disporre sul settore orientale o nord orientale del bacino del Mediterraneo, ma nella sua “retroattiva” dislocazione favorirebbe, addirittura, l’ingresso di correnti dal medio Atlantico in direzione delle regioni centro meridionali italiane.
Contrasti molto deboli e forse molto più accentuati per le regioni padane che, nel lungo raggio, potrebbero (sottolineando potrebbero) rivivere situazioni tipiche invernali.
Le condizioni di freddo, come diagnosticate in passato, non possono avere solo un carattere locale, ma per essere “esplosive” dovrebbero, perlomeno, interessare un buona parte del nostro territorio nazionale.
V’è stata una divergenza previsionale molto netta e, buona parte di ciò che poteva interessarci, è scivolata “inesorabilmente” verso est. Nulla centra l’orografia, ma la stessa disposizione delle correnti a 500 hpa, senza andare a disturbare le quote superiori e lo SW, ci hanno ancora una volta depistati.
Se poi “il vero inverno” si potrà riprodurre verso la fine del mese, su questo dubito molto; non rientriamo più nelle normali esposizioni atmosferiche, ma siamo al limite dell’esoterismo atmosferico.
Una previsione deve avere una valenza “accettabile” e non spingersi oltre al “verosimile”. Se oltre, va traslato, ogni possibile diagnosi tutto si riduce ad una mera considerazioni di “ipotesi atmosferiche”. Forse corriamo troppo ed in questa occasione vorrei ricordare il Col. Baroni, pur non essendo esso munito degli attuali mezzi, annunciò solo tre giorni prima una forte irruzione fredda dovuta al “primo” e non ancora approfondito SW.
Eravamo agli “albori” di tale moderna e contraddittoria scienza, ma allora e non come ora, ci spingiamo oltre ogni limite dell’accettabile. L’inverno “cattivo” non è quasi mai diagnosticabile in una lunga serie di emissioni numeriche, ma ci sorprende oltre ogni altra “determinazione”.
Se poi la fine di gennaio o gli inizi di febbraio del corrente anno, possano riservarci delle sorprese, molto è riferibile alla casualità degli eventi atmosferici e non alla “gridata” e spesso non reale affermazione di singulti runs deterministici.