Prologo:
Sicuramente le fasi in cui l’atmosfera viene letta, dalle emissioni numeriche quindi deterministiche, si propone a fasi molto poco permeabili e con andamenti molto alterni. A questo punto dobbiamo far riferimento e puntare la nostra attenzione sul fattore “probabilistico”.
Il riquadro in questione nella sua totalità delle soluzioni, ci evidenzia che entro la prima decade del mese di gennaio, con tutta probabilità, non vi saranno dei grandi sussulti circa la circolazione atmosferica, nella fattispecie quella riferita al suolo; ma solo parziali aggiustamenti che dovrebbero vedere, sino alla data del 7.01.2005, con una breve intrusione fredda tra 3-4 gennaio 2005, una prevalente situazione, in area mediterranea, anticiclonica.
In ogni caso, dalla totalità dei runs del modello di Reading, si percepisce, sempre con bassa frequenza, un certa soluzione che dovrebbe avere il seguente approccio evolutivo:
Tra il 10/14 del mese prossimo venturo, l’anticiclone che avrà stazionato sulla parte centro meridionale dell’Europa, potrebbe, come indicato in precedenti editoriali attraverso date assolutamente indicative, cominciare la sua azione dinamica che lo vedrebbe, attraverso una spinta supportata da una buona matrice sub tropicale, dirigersi verso l’Europa centro settentrionale e iniziare la sua azione di “splittamento” del vortice freddo.
Quindi i due vortici freddi verrebbero “scissi” ed andrebbero a collocarsi, rispettivamente, uno sulle coste del Canada e l’altro, molto più debole, tra i Paesi finnici e la Russia europea.
A tutt’oggi questa soluzione, che tiene conto del fattore “probabilità”, non sembra molto chiara, ma con il passare dei giorni e con tutta evidenza, potremmo assistere a questo processo che dovrebbe cambiare, in maniera non indifferente, la circolazione sul nostro Continente.
Vorrei ribadire il concetto che questa analisi, pur basandosi su elementi probabilistici, non tiene assolutamente conto dei fattori statistici (crescenti probabilità che con il maturare della stagione arrivi il freddo); ma solo delle “intersecabili probabilità” che una situazione, anche sul lungo raggio, possa avere delle”condizioni ottimali” nella sua futura e reale manifestazione.
Quasi tutti i tentativi, anche quelli rivolti all’analisi “stratosferica”, non hanno mostrato particolari successi. L’atmosfera non si trova certamente in una fase di alta/buona predicibilità e se ci affidiamo solo ai soli valori “numerici”, non possiamo ottenere grandi risultati.
Vi è una situazione di persistenza del VP, innegabile, la quale ha così tanto condizionato il tempo sulla nostra Penisola, ma di contro si prospetta , una successiva fase di alternanza molto più consona al periodo (gennaio a cavallo tra la prima e seconda decade).
Attualmente i modelli non ci daranno un grande supporto. Siamo noi che dobbiamo conferire loro, attraverso una rilettura, una soluzione che ci svincoli dalla pura analisi deterministica.
Antonio Pallucca
01-01-2005 ore 09:06
© Meteogiornale
Assunto:
Molti modelli ora, dopo la fase di scarsa leggibilità o interpretazione degli stessi, si pongono davanti ad un bivio molto importante circa le sorti dell’inverno.
Non possiamo asserire, nella maniera più assoluta, che l’inverno sia nella sua “fase di declino”. Anzi, tralasciando il “probabilismo”, che molto mi ha aiutato nello stendere delle previsioni a lunga scadenza, possiamo dire che molte cose si stanno muovendo nell’ambito della tropopausa e che ci porteranno ad un fase di freddo, al momento non intenso, ma in ogni caso perdurante (dalle date del 14/15 del c.m.) e crescente nel lungo raggio.
La stessa stesura “deterministica” dei modelli, non solo GFS, ma molti e molti altri, ci propone, ora più che mai, una fase atmosferica in chiara e netta controtendenza a quella che stiamo vivendo o ci apprestiamo a vivere entro le prossime 96 h.
L’Hp della Azzorre finalmente riuscirà ad interrompere lo stretto “colloquio” tra i due Vortici Polari, facendo slittare quello continentale, indebolito, verso l’Europa di nord est, settore centro settentrionale.
Da qui dovrebbe scaturire una chiusura totale delle “alte zonalità” e richiamare, quasi in un percorso “obbligato” dell’aria fredda, in prima istanza di matrice artica e successivamente “artico continentale” verso la nostra Penisola (ancora ad oggi favorito il versante di levante).
Molti sono gli scettici e numerosi mi hanno scritto se questo sarà o potrebbe essere una “vera sferzata invernale”.
A tutt’oggi ed a tutti i lettori posso dire che questa, con molta probabilità sarà la caratteristica predominate della seconda ed ultima fase di gennaio 2005, con crescenti occasioni di neve anche a basse quote sulle regioni centro meridionali al momento.
Per ora procediamo con prudenza, un sano “step by step”, che ci porterà nel futuro, non lontanissimo, ad individuare la portata di tale “gelido getto”.